Speciale chef: alla ricerca delle ricette di una volta

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A Palazzolo i funerali del piccolo Vincenzo, un sorriso spento troppo presto

Sulla bara bianca, fiori bianchi e la foto di Vincenzo sorridente, un sorriso che si è spento troppo presto

Navata gremita e volti rigati dalle lacrime oggi pomeriggio nella Basilica di San Sebastiano a Palazzolo Acreide per i funerali di Vincenzo Lantieri, il bambino di 10 anni morto nei giorni scorsi a seguito di una caduta in un pozzo in contrada Falabia, nel Siracusano, mentre stava partecipando a un campo estivo.

In prima fila, la famiglia del piccolo, scossa dal dolore per la perdita del loro amato Vincenzo. Accanto ai genitori, il sindaco Salvatore Gallo, il quale ieri ha proclamato il lutto cittadino in segno di vicinanza ai Lantieri.

Sulla bara bianca, fiori bianchi e la foto di Vincenzo sorridente, un sorriso che si è spento troppo presto.

Celebra la Santa Messa il vescovo:

Carissimi fratelli, nella lettera ai Tessalonicesi, San Paolo sottolinea l’importanza della fede nel Signore risorto, che per noi è motivo particolare di speranza di fronte alla tragedia che ha colpito il piccolo Vincenzo e i suoi giovani genitori, i fratelli, la scuola e l’intera comunità. La comunità ha voluto stringersi nel dolore, affidando al cuore di Maria Immacolata la vita di Vincenzo.

Nel contesto della preparazione alla festa di San Paolo, la comunità sta vivendo il vero e profondo senso della festa cristiana, caratterizzata dal silenzio adorante davanti al mistero di Dio e dalla vicinanza alla famiglia.

La morte di un bambino apre davanti a noi molte domande sul senso della vita e affermazioni. In questi giorni, pensando al piccolo Vincenzo, molti di noi si saranno posti le stesse domande o simili affermazioni.

Ma la prima lettura ci ricorda che Gesù è morto e risorto. Noi viviamo con questa speranza: siamo figli della luce e chi ha Dio vicino non può morire. Ci chiama a credere nella resurrezione e ci ricorda quanto Lui stesso ci ha insegnato. Gesù ci chiede di avere fede in Lui: chi crede in me vive in eterno. Non abbiamo perduto il piccolo Vincenzo, ci dice la fede; abbiamo perso il rapporto legato ai sensi. Non vedremo Vincenzo con i nostri occhi, non lo abbracceremo e non lo toccheremo, non lo incontreremo. Rimaniamo sgomenti. Con lui muore parte della nostra vita e della sua famiglia, ma il vincolo di carità che ci congiunge nella fede ci dà speranza dell’eterna comunione.

Non c’è solo questo rapporto legato ai sensi che abbiamo costruito con lui. In Cristo, l’uomo supera la divisione del peccato compiuto. Realizza l’unità dell’uomo ed è solo in Cristo che si può amare veramente e totalmente. Vincenzo è ormai in Dio, al Suo cospetto, proprio perché vicino a Dio lui è vicino a noi. Sant’Agostino ci ricorda che non si perde chi si ama se si ama in Dio. Coloro che ci hanno amato, dopo la morte ci amano di più. Dipende dalla nostra fede entrare nel mondo di Dio, il mondo in cui adesso vive Vincenzo. A noi spetta non solo il compito di ricordarlo, ma di sentirlo vivo e operante. Vincenzo ha qualcosa da dirci, anche con la sua vita. Ci ricorda che c’è un cammino tracciato per tutti noi. Un cammino più o meno lungo, più o meno breve, che si coniuga con le nostre scelte, risposte, carattere. Occorre tornare all’essenziale, a ciò che resta per sempre, ovvero l’essenziale del nostro vivere insieme. La vita è intensa e profonda, viviamola in profondità e vogliamoci bene perché Dio ci vuole bene. Nel mondo di Dio, Vincenzo non si dimentica di noi. Il suo amore è efficace. Offriamo a lui la nostra preghiera con l’impegno di crescere in ogni cosa verso Dio.


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