“Bisogna modernizzare tutto ciò che riguarda il settore del cibo, perché questo settore dovrà alimentare un mondo sempre più complicato e anche perché il cibo ha una evidente funzione culturale, paesaggistica e di importante supporto alle comunità”. Con queste parole della prof. Teresa Del Giudice docente all’Università Federico II di Napoli e componente del Comitato scientifico della Consulta dei Distretti del cibo, si è aperto il convegno sui Pat che si è svolto alla Camera di Commercio di Siracusa, nel contesto del programma, all’interno del G7 Agricoltura, organizzato dalla Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo e dal Dmed, Salone della Dieta Mediterranea.
E nell’ambito della modernizzazione del settore, un ruolo importante lo gioca il Geoportale dei Pat (Prodotti agroalimentari tradizionali) dove questi prodotti dalle importanti dati di storicità e di cultura vengono presentati con un mix di immagini, recenti e storiche, e di interviste a testimonial che ne presentano le caratteristiche salienti e i vari passaggi della produzione.
Le strategie di valorizzazione dei prodotti e dei territori hanno, a detta della prof. Del Giudice, una pluralità di soggetti attuatori con strade diverse ma con un solo obiettivo: innanzitutto i Gal che sono esistenti già da tempo, e i Distretti del cibo, di recente costituzione. Un esempio di partenariato nuovo che coglie perfettamente quegli aspetti etici e culturali dei prodotti del territorio che hanno un valore sempre più crescente.
Angelo Barone, presidente della Consulta nazionale dei Distretti del cibo, ha tracciato le finalità principali dei Distretti, principalmente quello dello sviluppo integrato, che si raggiungono anche attraverso i protocolli con l’Istituto centrale per il patrimonio immateriale presso il Ministero della Cultura, che ha realizzato il Geoportale, e anche con Slow Food che sono presìdi sul territorio per valorizzare i prodotti. “Il geoportale dei Pat è uno strumento fondamentale per sviluppare insieme cibo e turismo – ha detto Barone –. E serve anche a contribuire a creare coesione. Abbiamo pensato di creare questo evento all’interno della settimana del G7 Agricoltura perché i Pat rappresentano a pieno titolo i nostri prodotti. Il cambiamento vero, in materia di cibo, deve essere prima di tutto culturale”.
Leandro Ventura, Direttore dell’Istituto centrale per il patrimonio immateriale (Icpi) ha raccontato la nascita del Geoportale, nel 2015, all’epoca dell’Expo di Milano dedicato proprio al cibo e il suo sviluppo nell’ottica della conoscenza e valorizzazione di prodotti di estremo valore culturale prima ancora che economico. Uno per tutti: il culatello di Zibello che identifica anche un territorio particolare.
Serena Gagliardi, vicepresidente di Slow Food Basilicata, non si è nascosta la difficoltà di comprendere la valenza di un prodotto e di un territorio affidandosi soltanto ai numeri.
L’idea del sostegno alle aziende produttrici è stato centrale nell’intervento di Dario Caltabellotta, direttore dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana. “La conservazione del patrimonio dato dai prodotti – ha spiegato – è fondamentale tra i temi del G7. Dobbiamo essere gli amanuensi del cibo, cioè coloro che tramandano tradizioni e prodotti in funzione dell’affermazione dell’identità del prodotto. Produzioni scomparse o deboli sono tornate a vivere. Un esempio: il pistacchio dell’Etna che alcuni decenni addietro rischiava di scomparire e oggi vanta un valore economico incredibile. Bisogna continuare su questa strada e “Sicily 2025” deve essere un altro stimolo in questa direzione. Le aziende devono sapere che non è più tempo di aspettare contributi, ma sostegno che è cosa ben diversa, per esempio verso le aree interne o verso il biologico. E poi raccontare la storia di un prodotto è un modo per valorizzare il territorio. I Distretti del cibo hanno gli strumenti per farlo”.
Vincenzo Patierno, ricercatore presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha sottolineato ancora che i “Pat sono caratterizzati dai metodi di lavorazione e il ministero dell’Agricoltura ne cura il censimento. I Pat sono la capacità anche di raccontare un territorio e una comunità e di far riscoprire, ad esempio, quella cucina povera contadina dei nostri nonni e bisnonni”.
Ha chiuso gli interventi Giovanni Venegoni, managing director della Bia (Beni immateriali e archivistici) srl.
Oggi pomeriggio, all’Inda, il programma dei Distretti del cibo e del Dmed continua con il convegno su “Sistemi territoriali del cibo e sicurezza alimentare, equità, sostenibilità e resilienza” mentre al “Giardino del Mediterraneo” a piazza Marina, si parla di frutta di ortaggi.
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