È stato convocato dal gip di Palermo per essere interrogato il 14 novembre, alle 9.30, il parlamentare di Noi Moderati, Francesco Saverio Romano, indagato per corruzione e per il quale la procura ha chiesto gli arresti domiciliari, insieme ad altre 17 persone, tra cui l’ex governatore Totò Cuffaro. Lo rivela lo stesso politico che spiega che gli viene contestato di “avere accettato una promessa di assunzioni, contratti, subappalti e altri vantaggi patrimoniali da un’azienda che avrebbe dovuto aggiudicarsi una gara all’Asp di Siracusa”.
Afferma di avere “preso sommarie informazioni e che questa gara, aggiudicata a questa azienda, è sub judice in forza di un giudizio recente del Tar per un contenzioso tra chi stava facendo quel lavoro e chi dovrebbe subentrare: per cui l’Asp non ha assegnato alcuna gara, sebbene si sostenga che l’azienda avrebbe elargito queste promesse anche in mio favore. Assicuro tutti che in questa vicenda non ha ricevuto alcuna promessa di assunzione, non ho mai chiesto nulla a nessuno e mai me ne sono occupato”.
Una “mezza paginetta” di contestazioni “per la quale si chiedono gli arresti di un parlamentare sul quale non si troveranno mai carte o intercettazioni riferibili a richieste di condizionamento o alcunché”. Insomma, “un processo mediatico – per Romano – su una bolla di sapone a cui risponderò anche mediaticamente. Viene messo alla gogna chi sta svolgendo una funzione nobile come quella del parlamentare e di dirigente di un partito importante della maggioranza, per una fuga di notizie su un fatto circoscrivibile e che poteva essere chiarito senza arrivare alla richiesta di arresto. Sono molto più che tranquillo. È una vicenda abnorme e surreale rispetto alla quale non mi sottraggo e risponderò colpo su colpo”.
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni



