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Augusta: nave Dila neutralizzata passa sotto la società I.T.S.A. Comandante Frisone: “Provvedimento necessario”

A partire dalle 10.30 odierne, la nave Dila S e le sue 1.500 tonnellate di nitrato d’ammonio sono passate sotto la vigilanza e guardiania della società I.T.S.A., concessionaria terminalista portuale, che, fino a nuovo ordine di giustizia, controllerà ed assicurerà il mantenimento della condizioni minime di sicurezza all’ormeggio presso la banchina 9 del porto commerciale. La nave è stata neutralizzata dal punto di vista ambientale attraverso il prelievo delle acque nere di bordo (seawage) e sta per essere completato lo svuotamento delle acque di sentina (bilge e sludge).

Già effettuato il rifornimento di ulteriori 1000 litri di gasolio per garantire il funzionamento dei servizi ausiliari di bordo in caso di necessità, e con lo sbarco degli ultimi quattro marittimi rimasti a bordo (tre turchi ed un georgiano) può ufficialmente iniziare l’attività di guardiania affidata alla società ITSA.
Con provvedimento d’urgenza del Tribunale di Siracusa – sezione di Augusta, emanato in accoglimento della proposta avanzata dalla capitaneria di porto di Augusta, comandante e marittimi hanno lasciato stamattina il bordo, in quanto la loro presenza sulla nave non era più garantita da condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza sufficienti, a causa dell’esaurimento degli oltre 6000 litri di gasolio (necessario al funzionamento dei servizi ausiliari: cucina, acqua calda, servizi igienici e luce) che, per ben due volte negli ultimi tre mesi di permanenza in porto, sono stati messi a disposizione dalle locali società di bunkeraggio nonostante lo stato di insolvenza della nave.

Il rientro in patria avverrà con un volo che partirà da Catania nel pomeriggio di oggi, assicurato solo grazie all’intervento dei componenti del Comitato Welfare di Augusta, considerato che autorità turche, armatore e tutte le parti economicamente interessate al carico, nonostante sollecitati, non hanno fornito alcuna risposta adeguata per facilitare il ricongiungimento dei marittimi con le rispettive famiglie (solo tante, troppe promesse da marinaio ripetute per sei lunghi mesi).

Costante invece la presenza accanto ai marittimi dell’associazione Stella Maris – Apostolato del Mare guidata da padre Mazzotta e del Presidente Litrico del Welfare della Gente di Mare di Augusta , rimasti sempre accanto all’equipaggio sostenuto, a più riprese e con il contributo di buona parte degli operatori portuali , attraverso l’acquisto di viveri, capi di vestiario, schede telefoniche e chiavette pre-pagate per il collegamento ad internet.

“E’ stato un provvedimento dettato da necessità ed urgenza – ha dichiarato il comandante Frisone della capitaneria di porto di Augusta – non potevamo più sostenere la presenza di uomini a bordo di una nave che, priva del combustibile necessario, non avrebbe più garantito alcuna condizione di sopravvivenza ai quattro marittimi. Privi di equipaggio, la nave e la merce pericolosa presente a bordo sarebbero state condizioni insostenibili per il porto, i suoi traffici e la sicurezza in generale del territorio. Conclusione amara ma ineluttabile di una vicenda che è destinata a continuare già dai primi giorni di settembre nell’aula della sezione di Augusta del Tribunale di Siracusa.”


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