E’ stata rilasciata dagli onorevoli Bonomo (API), Gianni (UDC), e Vinciullo (PDL) una dichiarazione congiunta sulla questione del rigassificatore, che di seguito pubblichiamo in contenuto integrale:
“La scomposta, e quella sì faziosa, reazione dell’on. Giulia Adamo alla più che legittima richiesta di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sui rischi ambientali nell’area industriale siracusana, dove è progettata la costruzione del rigassificatore di Jonio Gas, non fa altro che dare maggiore spessore ai tanti dubbi che su questa vicenda si addensano, dubbi dinanzi ai quali qualcuno preferirebbe invece chiudere gli occhi e magari voltarsi dall’altra parte. Non noi.
Al di là, dunque, dei toni irritati utilizzati nei confronti della richiesta unanime della commissione attività produttive, e non senza aver respinto al mittente l’infamante accusa di voler piegare a fini politici la battaglia in difesa del sacrosanto diritto dei cittadini alla sicurezza, la prima cosa che intendiamo ribadire ancora un volta è che siamo favorevoli al rigassificatore. Non è la tecnologia, sia pur negli oggettivi limiti della conoscenza umana, ad essere fonte di dubbio o perplessità. E’ piuttosto il contesto nel quale questo nuovo intervento è programmato, nel cuore di una zona connotata da una fortissima pressione di industria pesante ed obsoleta, in un’area che certamente non noi abbiamo classificato ad elevato rischio industriale e che è anche classificata come zona ad elevato rischio sismico.
Quel che crea motivo di apprensione è proprio quel possibile effetto-domino per scongiurare il quale non ci sono che due strade da seguire, delocalizzare l’impianto o avviare un programma di messa in sicurezza antisismica di tutti gli impianti esistenti, alcuni dei quali risalgono alla metà del secolo scorso. Come emerge dalla relazione dell’allora responsabile della protezione civile regionale Cocina, infatti, nell’area industriale siracusana la quasi totalità degli impianti richiede interventi di adeguamento antisismico. E questo, aspetto non marginale dela vicenda, potrebbe subito anche mettere in moto diversi cantieri di lavoro.
La richiesta di istituire una Commissione parlamentare d’indagine obbedisce, dunque, proprio all’esigenza di fare piena luce su alcuni passaggi dell’iter autorizzativo in corso che appaiono ancora in ombra: una richiesta che ci appare assolutamente legittima e utile visto il rilevante interesse in ballo, quello del diritto alla salute dei cittadini. Un interesse al cospetto del quale, il pur importante interesse al business tipico di un’impresa, non può che cedere il passo.
E, per carità di Dio, non ci si venga a raccontare ancora che in ballo non c’è soltanto l’interesse di un’azienda ma anche quello occupazionale: è proprio agendo su questa leva che, negli anni, si è puntato su un modello di sviluppo che adesso evidenzia un saldo drammaticamente negativo. A discapito dei cittadini e del territorio tutto”.
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