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Caso Ias, Forza Italia chiede una commissione d’inchiesta: “valutare responsabilità della Regione”

Anche l'ex parlamentare Daniela Ternullo si dichiara favorevole sostenendo che la Regione deve far luce su un impianto di cui è maggiore azionista

Una commissione regionale d’inchiesta per Ias. A chiederla è il parlamentare regionale di Forza Italia Nicola D’Agostino che rivolgendosi al presidente Ars ha chiesto che venga istituita una commissione d’inchiesta sul depuratore consortile di Priolo per capire se esistono anche responsabilità da parte della Regione. Una richiesta che nasce all’indomani del servizio andato in onda su Report. “Dopo aver seguito il servizio giornalistico di Report su Priolo, appare necessario interrogarsi sulle eventuali responsabilità politiche ed amministrative della Regione sul disastro ambientale che il depuratore di Priolo avrebbe causato al nostro mare e all’ambiente in generale. La Procura ha chiesto di bloccare l’impianto, ed il rischio ora è quello di chiudere il petrolchimico”, dichiara il parlamentare regionale Ars.

A lui fa eco anche l’ex deputata regionale di Melilli, Daniela Ternullo, secondo cui non bastavano le criticità di un conflitto per minacciare la chiusura di Lukoil, il più grande petrolchimico d’Europa che garantisce lavoro a migliaia di famiglie del territorio. “A seguito del servizio di Report – dice l’ex deputato Ars -, emergono inquietanti punti di domanda circa i reflui della raffineria gestiti dal depuratore regionale in carico all’Industria Acqua Siracusana (IAS). Una patata bollente che di anno in anno rimbalza da un governo all’altro, senza che si faccia chiarezza in modo chiaro e definitivo. Credo però che adesso non si possa più rinviare. I cittadini meritano delle risposte“.

Per la Ternullo “ben venga pertanto la commissione d’inchiesta all’Ars proposta da Forza Italia. Ritengo però che per rispetto ai sicilianiessendosi prefigurato il reato di danno ambientale – il Governo attuale debba prendere subito la parola per fare luce su un impianto in cui la Regione è azionista di maggioranza. Chi ha sbagliato – conclude – è giusto che paghi, sia per avere immesso per anni nell’ambiente agenti tossici che per le conseguenze economiche che la chiusura del Petrolchimico avrà sull’indotto locale”.


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