La scelta del Comune di Siracusa di presentare ricorso al Tar contro il parere della Soprintendenza ha compattato le tante anime di opposizione della città. Il progetto di realizzazione di un Ccr in via Don Luigi Sturzo, nel cuore della Mazzarona, è stato bloccato da un parere negativo della Soprintendenza ai Beni Culturali, che aveva evidenziato la presenza di latomie nell’area individuata per la realizzazione dell’opera.
Un “no” che ha visto la contrarietà di Palazzo Vermexio che ha deciso di impugnare il provvedimento davanti al Tar di Catania, chiedendone l’annullamento e riservandosi la possibilità di richiedere anche misure cautelari urgenti.
Secondo il consigliere comunale del Partito Democratico Sara Zappulla, il provvedimento del sindaco Francesco Italia e della sua maggioranza è un atto autoritario, che si realizza senza il necessario confronto con i cittadini e senza fornire trasparenza sulle motivazioni tecniche e urbanistiche. “Il sindaco vuole amministrare non solo senza, ma addirittura contro i cittadini“, ha dichiarato la Zappulla, criticando la gestione amministrativa e il mancato dialogo con i residenti. “Il vero tema – ha detto ancora – è che non si vuole ammettere di avere fatto un grosso errore politico e che, se non coprogettamo e coprogrammano insieme ai quartieri, Siracusa non farà mai passi avanti. Una città separata in due: da un lato la giunta con la sua maggioranza arroccata e sempre più isolata nel “Palazzo”, dall’altro la città che in varie forme, tutte eterogenee, da Ortigia a Mazzarrona, dalla Pizzuta a Cassibile, dimostra di essere e volere altro”.
Molto critico anche il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Paolo Cavallaro, che senza troppi giri di parole parla di un “esempio di arroganza e disprezzo della volontà dei cittadini”. Per l’esponente meloniano l’amministrazione comunale si sarebbe impuntata per realizzare il Cc alla Mazzarona, “ma lo stesso accanimento non l’ho visto per la riapertura del CCR di via Elorina – afferma Cavallaro che poi si domanda – A proposito perché è stato chiuso il CCR Arenaura? E perché resta ancora chiuso?”
Al coro dei “no” si unisce anche il Comitato Parchi che attraverso una nota ha ribadito la propria contrarietà al progetto, sostenendo che l’area destinata al Ccr possiede un valore paesaggistico e naturalistico imprescindibile, evidenziato dalle latomie storiche presenti sul sito e rilevate dalla Soprintendenza. Secondo il Comitato, l’istituzione del Ccrr in tale area è “scellerata e pericolosa”, e il ricorso al Tar appare come un tentativo di sottrarsi alla responsabilità di aver scelto un sito inadeguato.
E in questo malcontento politico pienamente trasversale c’è anche Sinistra Italiana che ha denunciato l’approccio dell’amministrazione, definendolo un grave errore politico. “Ribadiamo che i Ccr sono impianti indispensabili a una corretta gestione dei rifiuti urbani – affermano da Sinistra Italiana – ma la scelta dell’amministrazione di realizzarli a ridosso delle abitazioni e/o in aree poco idonee per la viabilità è stata profondamente sbagliata. Disastrosa poi la gestione dell’intera vicenda, dall’iter attraverso cui si è arrivati alla scelta dei siti alla successiva marcia indietro, mai ufficializzata né comunicata all’impresa che doveva realizzarlo, su uno di essi (quello in via Lauricella) in seguito alle proteste dei residenti.”
Intanto, in attesa di capire se l’argomento verrà affrontato in Consiglio comunale il Comitato di Quartiere Monsignori, composto da oltre 150 famiglie residenti e legalmente costituito, annuncia un nuovo sit-in di protesta per il giorno martedì 1 aprile alle 19, al parcheggio di via Monsignor Gozzo per ribadire il “no” alla realizzazione di un altro centro comunale di raccolta in città: quello che potrebbe nascere in via Gozzo.
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