La posizione dell’amministrazione comunale di Siracusa contraria alla nascita di un nuovo centro commerciale nel territorio di Melilli, è stata ribadita dall’assessore alle Attività produttive, Rosario Fortuna, in occasione di una conferenza dei servizi tenuta a Melilli.
“La programmazione sulla presenza di centri commerciali nel territorio siracusano – ha detto Fortuna – si basa su stime che risalgono al 2000 e, quindi, superate. Oggi, ci ricorda la Confcommercio, assistiamo ad un calo diffuso dei consumi e ad una cambiamento delle abitudini della gente. Oltre la metà degli italiani, secondo la Coldiretti, ha cambiato i luoghi in cui va a fare la spesa, anche per effetto della crisi economica che spinge a privilegiare gli hard discount ma anche i mercati rionali, le bancarelle e soprattutto gli acquisti diretti dai produttori.
Fatta questa premessa – ha aggiunto Fortuna – i dati ci dicono che solo il comune di Melilli ha tratto vantaggio dalla presenza dei centri commerciali perché se ne è giovato in termini tributari. Siracusa, invece, ha sofferto e soffre ancora la concorrenza sleale, a pochi chilometri di distanza, di questi grandi magazzini, che hanno provocato la desertificazione dei quartieri, la chiusura obbligata dei piccoli negozi, che avevano nel rapporto con i consumatori il loro punto di forza. Anche altri comuni della provincia hanno sofferto questa situazione e i negozianti rimasti resistono con grande fatica.
È mia convinzione, invece, che dobbiamo pensare in maniera diversa al nostro territorio e alle attività commerciale delle nostre città. Non è possibile impiantare centri commerciali per poi venderli ai gruppi francesi o non italiani che fanno cassa e portano tutto fuori dal territorio siciliano.
Siamo pertanto assolutamente contrari – ha chiarito l’assessore alla Attività produttive – alla realizzazione di un nuovo centro commerciale, che porta solo svantaggi, se non qualche posto di lavoro mal pagato, e il dramma di tante chiusure di attività che da decenni riempiono i nostri centri di vita e di animazione. Mi affido al senso etico e di responsabilità di chi è chiamato a decidere, consapevoli che i dati di programmazione per il consumo corrispondono ad una realtà che non c’è più. Il vero sviluppo del territorio deve fondarsi anche su una rete di piccoli operatori commerciali e di artigiani, portatori di interessi economico-sociali e di benessere nelle loro comunità”.
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