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Concerti al Teatro greco di Siracusa, il direttore del Parco: “troppo fragile”. Ma la città ha fame di eventi

"Il teatro greco di Siracusa è una scultura scavata nella roccia, mentre quello di Taormina – così come l’Arena di Verona - è una struttura costruita con la pietra"

“Il nostro è un teatro fragile e da circa 20 anni è sotto la lente di ingrandimento per capirne il livello di degrado. Ecco perché il problema, per quanto mi riguarda, non sono i Negramaro, o gli altri cantanti, ma capire cosa vogliamo fare di un bene storico, oggi e domani. Il teatro greco di Siracusa è una scultura scavata nella roccia, mentre quello di Taormina – così come l’Arena di Verona – è una struttura costruita con la pietra”. Antonello Mamo, direttore del Parco archeologico della Neapolis, cerca di chiarire ancora una volta il motivo delle tante polemiche attorno ai concerti di musica rock nella cavea storica aretusea.

Eh già, perché quest’anno – come già lo scorso – a Siracusa è tornata anche la querelle legata all’utilizzo del teatro per i concerti. Anche perché continuano a venir fuori i nomi di coloro che si esibiranno quest’estate tra quelle pietre antiche: Massimo Ranieri, Giorgia, Zucchero, Biagio Antonacci, Carmen Consoli e Il Volo oltre ai Negramaro già citati.

Qualcuno si dice contrario a snaturare un posto che parla di storia classica con i gruppi musicali di oggi, qualcun altro teme – come lo storico dell’arte Paolo Giansiracusa per la conservazione del bene. Tutte motivazioni valide, secondo Mamo, che però taglia corto, disinteressato alle polemiche ma con un’idea chiara in testa: “se potessi decidere da solo, lo destinerei esclusivamente alle rappresentazioni classiche e al massimo a qualche spettacolo di musica o danza classica, per cui certamente non ci sarebbe il pericolo che la gente saltelli sugli scalini”. Gradini che, tra l’altro, sono ricoperti da una struttura in legno che preserva un teatro che ha la bellezza di oltre 2750 anni.

“Abbiamo la fortuna di averlo ereditato dai greci così com’era anni fa –continua Mamo – e a nostra volta siamo obbligati a tramandarlo intatto ai nostri nipoti”. Una missione che passa, spiega Mamo, non solo dall’utilizzo sporadico, ma anche da un restauro di cui la cavea necessita.

Piccolo spoiler: quei gradini saranno molto affollati perché la città di Siracusa ha fame di eventi culturali. Se la musica è cultura, il teatro è cultura, questa città – probabilmente – ha bisogno anche di questo. Di cultura.


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