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Consiglio comunale Siracusa: quote rosa in Giunta, ritirata la proposta. Stasera di nuovo in aula per gli impianti sportivi

Quasi due ore e mezza di dibattito ma nessuna decisione da parte del consiglio comunale, riunito ieri sera con due punti all’ordine del giorno. La modifica dell’articolo 23 dello statuto, volto a garantire la presenza di donne nella giunta comunale, è stata ritirata dall’Amministrazione alla luce delle nuove norme regionali; il confronto per il ritorno alle gestione diretta degli impianti sportivi, voluto da Piero Maltese, si è concluso senza voto finale perché era venuto a mancare il numero legale. Il voto è stato così rinviato a stasera alle 19 e avverrà su un documento di sintesi tra la proposta dello stesso Maltese e quella dell’opposizione. La seduta di ieri è iniziata con un’ora di ritardo perché al primo appello non c’era in aula la maggioranza dei consiglieri; alla seconda chiamata erano presenti in 28. In assenza del presidente Edy Bandiera, i lavoro sono stati diretti dal vice presidente Franco Formica.

Il compito di ritirare la proposta sulla presenza delle donne in giunta è toccato all’assessore ai Rapporti con il consiglio comunale, Roberto Di Mauro. La ragione, ha detto, sta nella necessità di armonizzare la modifica statutaria con la nuove norme che hanno ridisegnato, a livello regionale, la legge elettorale e alcuni assetti istituzionali.

A questa decisione ha subito replicato Carmen Castelluccio, firmataria di un emendamento che intendeva ampliare la presenza di genere, che ha esordito dicendo di “considerare illegittima” l’attuale composizione della Giunta (dove siede una donna). Secondo il consigliere di opposizione, la proposta ritirata “era comunque debole”, affermando poi di avere sperato che fosse migliorata dall’aula. Infine ha denunciato la presenza di due soli capigruppo di opposizione alla riunione preparatoria con le associazioni femminili convocata dal presidente del Bandiera per venerdì scorso.

Per Paolo Romano, che aveva presentato un emendamento per ridurre il numero degli assessori pur prevedendo le quote rosa, l’Amministrazione “ha smentito se stessa” ritirando la proposta e comunque “non si capisce in cosa consisterà questa armonizzazione annunciata dall’assessore Di Mauro”.

Di tono diverso gli interventi di Corrado Grasso, che ha definito “non qualificante” per le donne il sistema delle quote rosa perché ne svilisce le giuste capacità ad affermarsi, e di Salvo Sorbello, per il quale il vero tema della discussione non è assicurare la presenza delle donne in Giunta ma come estendere la partecipazione delle donne alla vita politica con ruoli di rilievo. Sorbello, rispondendo a Castelluccio, ha tenuto a precisare che la Giunta è costituita in maniera legittima.

Dall’opposizione, se per Ettore Di Giovanni la realtà dei fatti è che in politica la maggioranza dei posti sono appannaggio degli uomini, Giancarlo Garozzo ha annunciato la presentazione di una nuova proposta che prevede la riduzione degli assessori da 12 a 8 e, contestualmente, la presenza garantita in Giunta di almeno un terzo per ciascuno sesso, affermando che in questa maniera si vuole costringere l’Amministrazione a confrontarsi sul tema delle pari opportunità.

L’ultimo consigliere a intervenire sul punto è stato Marco Mastriani, che ha evidenziato la ricchezza di idee di cui sono portatrici le donne in politica, aggiungendo però che non basta condividere il merito delle proposte ma anche il metodo.

La replica, infine, è toccata all’assessore alle Pari opportunità, Mariella Muti. “In quanto donna, dico che il sindaco e gli assessori non si libereranno di questo problema”, ha affermato, evidenziando poi la “necessità di un approfondimento per far metabolizzare” la questione a tutti. L’assessore ha concluso annunciando un giro di incontri con le associazioni di donne per arrivare a una proposta maggiormente condivisa.

Il dibattito sul secondo punto all’ordine del giorno è stato aperto da Piero Maltese (presidente della commissione Sport), che ha proposto il ritorno alla gestione diretta di tutti gli impianti sportivi comunali, compreso il campo scuola “Pippo Di Natale” sul quale ha competenza pure la Provincia. “Tutte le società – ha aggiunto – anche quelle di recente costituzione, hanno pari dignità e uguale diritto all’utilizzo degli spazi”. L’Amministrazione, secondo Maltese, ha il dovere di rispondere a questa domanda di sport e per questo deve garantire la manutenzione costante degli impianti. Infine, il consigliere ha invitato l’assessore a presentare progetti per nuove strutture e a reperire i fondi anche ricorrendo a finanziamenti europei.

Poi è intervenuto Corrado Grasso per evidenziare il valore sociale della pratica sportiva e l’obbligo dell’Amministrazione a sfruttare tutte le opportunità per nuovi impianti che si presentano. Per Grasso la questione, però, non è il tipo di gestione ma la qualità della stessa. Poi ha evidenziato come a Siracusa manchi ancora una piscina coperta e ha concluso mettendo l’accento sul ritorno turistico legato all’organizzazione di eventi sportivi di qualsiasi livello.

Giancarlo Garozzo, annunciando la presentazione di una documento da parte dell’opposizione, ha denunciato la disparità di trattamento riservato alle società, tra chi è costretto a pagare anche 1.500 euro al mese per fare sport, perché deve ricorrere a strutture private, e chi dispone di spazi gratuitamente o a prezzi bassi. Il valore dello sport come scuola di legalità è stato evidenziato da Salvo Cavarra, che poi ha invitato l’Amministrazione a fare chiarezza sul sistema degli oneri a scomputo, cioè non versati da alcune società che in cambio assicurano la manutenzione ordinaria degli impianti. Raimondo Giordano ha parlato dell’influenza della politica sullo sport, auspicando l’approvazione di un documento “più incisivo” rispetto a quello presentato da Maltese.

Per Fabio Rodante, l’Amministrazione non ha colto i segnali arrivati, sull’argomento, dal Consiglio per cui c’è il rischio che “si perda un’occasione” per migliorare la gestione dello sport in città. Manca, ha detto, una programmazione delle iniziative e del reperimento dei fondi per nuovi progetti, sostenendo, quindi, la necessità di un ritorno alla gestione pubblica delle strutture, “visto che molte società risultano morose verso l’Ente”.

La replica dell’Amministrazione è arrivata con due interventi. L’assessore allo Sport, Salvatore Mangiafico, ha rivendicato le cose fatte, come gli investimenti per lo stadio di calcio e la manutenzione costante degli impianti. Quanto alle nuove strutture, ha detto che ci sono progetti pronti da finanziare con fondi europei ma la Regione ritarda a pubblicare i bandi.

Su questo aspetto è intervenuto anche l’assessore Di Mauro, che poi ha dato un giudizio positivo della gestione affidata ai privati. “La gestione pubblica – ha spiegato – non è cattiva in sé ma è poco efficace. Oggi l’Amministrazione spende per gli impianti sportivi 75 mila euro l’anno contro i 400 mila degli anni scorsi, senza contare le difficoltà pratiche cui si va incontro a causa degli orari del personale comunale che non coincidono con le esigenze delle società e con gli eventi di volta in volta programmati”. L’ultimo intervento è stato di Salvo Sorbello, che ha evidenziato le necessità di un documento unitario da sottoporre al giudizio dell’aula.

L’atto è stato poi stilato ed è un doppio impegno rivolto all’amministrazione comunale: “non avviare procedure per l’affidamento degli impianti e/o strutture sportive a soggetti privati o società”; mantenere la gestione diretta degli impianti consentendo a tutte le società sportive del territorio l’utilizzo degli spazi. Poi il presidente è passato al voto ma è mancato il numero legale di 21 consiglieri; stasera ne basteranno 16.


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