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Controlli della Capiteneria di Porto aretusea su filiera della pesca tra Marzamemi e Portopalo, oltre 4 mila euro di multe

Nel corso di mirati controlli (più di venti) sulla filiera della pesca, effettuati ieri e martedì tra Marzamemi e Portopalo di C.P. dal personale della Capitaneria di Porto di Siracusa e dei rispettivi Uffici Marittimi del luogo, sono stati rilevati diversi illeciti. Gli accertamenti, condotti sia in divisa che in abiti borghesi, hanno interessato, in mare (grazie alla motovedetta “CP 2109” ed al battello della Guardia Costiera G.C. “B 50”) ed a terra, unità navali, punti di sbarco e depositi, con il monitoraggio delle attività di pesca, il controllo documentale dei pescatori sportivi, dei pescherecci, delle attrezzature e del pescato rinvenuto a bordo, del prodotto ittico sbarcato in banchina, nonché dei depositi dove lo stesso viene stoccato per la successiva commercializzazione all’ingrosso, ed infine degli esercizi di ristorazione dove viene cucinato.

L’attività ispettiva ha portato all’accertamento di diverse violazioni (due delle quali a ristoranti del borgo marinaro di Marzamemi) della vigente normativa, tutte afferenti la commercializzazione di prodotto ittico dalla ignota provenienza, sprovvisto cioè della prescritta documentazione sulla “tracciabilità” del prodotto che ne attesta l’origine; con la conseguente redazione di verbali amministrativi per oltre quattromilacinquecento euro di sanzioni, oltre al sequestro degli stessi prodotti ittici interessati dalle violazioni, per un quantitativo totale di oltre un quintale (ventinove casse di diverse specie:razze, seppie, lampuche, triglie e merluzzi).


Grazie al prezioso ausilio del Servizio Veterinario dell’A.S.P. di Siracusa (sede di Noto), che ha certificato l’idoneità al consumo umano del prodotto ittico sequestrato, è stato possibile procedere alla distribuzione in beneficienza dello stesso pescato -non più commerciabile- ad Istituti religiosi caritatevoli e strutture socio-assistenziali locali.

La mancanza di tracciabilità rappresenta purtroppo evidenza del fenomeno della pesca abusivamente perpetrata da individui non appartenenti al ceto peschereccio, non iscritti nei registri professionali dei pescatori, che, oltre ad effettuare l’attività di pesca, solitamente con attrezzature loro non consentite (proprio perché riservate ai pescatori professionisti), commercializzano quanto pescato in maniera altrettanto illegale, con notevole rischio per la salute dei consumatori, stante l’incerta provenienza del prodotto ittico e i mezzi con i quali, dalla cattura in poi, esso viene posto in vendita giungendo al consumatore finale.

Rammentandosi che le sanzioni amministrative previste dalla legge per tali infrazioni vanno da un minimo di 750 ad un massimo di 4500 euro, e prevedono il contestuale sequestro del pescato, si invita l’utenza e gli esercenti del settore a diffidare dei prodotti ittici venduti al di fuori dei normali punti vendita a ciò autorizzati, ed anzi a segnalare potenziali attività illecite sulla filiera della pesca al numero blu 1530 (gratuito) o allo 0931/481004, ovvero alla mail siracusa@guardiacostiera.it. (Foto di repertorio, ndr).


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