La grave crisi occupazionale che rischia di travolgere la provincia di Siracusa, tra il disimpegno di Eni Versalis e il sequestro per inquinamento del depuratore consortile Ias spa, è al centro di un’interrogazione parlamentare presentata da Sinistra Italiana (SI). A farsi portavoce delle preoccupazioni dei lavoratori e delle comunità locali è stato il senatore di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), Tino Magni, responsabile lavoro nazionale di SI, con l’interrogazione firmata anche dai senatori Pd Susanna Camusso e Antonio Nicita e dalla senatrice M5S Barbara Floridia.
Sinistra Italiana ha chiesto ai ministri competenti di agire con urgenza per affrontare non solo la crisi del polo industriale siracusano e il destino dell’Ias Spa, ma anche per avviare un piano industriale concreto capace di rilanciare un comparto cruciale per l’economia nazionale. “È indispensabile una transizione energetica economicamente e socialmente sostenibile,” ha dichiarato Magni, sottolineando come le soluzioni debbano puntare su risanamento ambientale e riconversione industriale per evitare licenziamenti di massa. La crisi dell’impianto Ias, considerato dalla magistratura altamente inquinante, e il mancato impegno governativo hanno spinto Sinistra Italiana a lanciare un allarme sull’approssimazione degli interventi messi in campo finora. “Non si può mantenere in esercizio un impianto pericoloso senza un serio piano di risanamento,” ha aggiunto Magni.
Critiche dure sono arrivate anche nei confronti del governo Meloni, accusato di incoerenza e inefficacia. Nonostante la dichiarazione del sito di Siracusa come “di interesse strategico nazionale,” il governo avrebbe poi lasciato la zona al proprio destino, senza investire in progetti di riconversione e senza utilizzare i fondi del Pnrr destinati a questo scopo. “Quelle risorse avrebbero potuto creare un modello di sviluppo sostenibile per Siracusa e la sua provincia,” ha dichiarato Sebastiano Zappulla, segretario provinciale di SI.
Le speranze di intervento sono state ulteriormente raffreddate dalle dichiarazioni del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante un recente incontro con le parti sociali. Secondo indiscrezioni, il ministro avrebbe attribuito la responsabilità della crisi alle decisioni del Gip del Tribunale di Siracusa, affermando l’impossibilità di intervento da parte dei governi regionale e nazionale. Per Sinistra Italiana, queste parole rappresentano “un gravissimo scaricabarile istituzionale.”
“Il governo deve smettere di prendere in giro le lavoratrici e i lavoratori,” ha dichiarato Magni. La soluzione, per SI, non passa dall’impunità per chi inquina, ma dal risanamento ambientale e dalla riconversione degli asset industriali. Zappulla ha sottolineato la necessità di un nuovo modello di sviluppo: “Siracusa ha già pagato un prezzo altissimo in termini ambientali, di salute e occupazione. È tempo di passare dalle parole ai fatti.”
Anche Pierpaolo Montalto, segretario regionale di SI, ha denunciato l’abbandono della Sicilia da parte del governo: “Questo territorio viene sistematicamente sfruttato e poi lasciato al proprio destino. Non possiamo costringere i siciliani a scegliere tra ambiente e lavoro.”
La battaglia per il futuro del polo industriale di Siracusa è appena iniziata. Sinistra Italiana ha ribadito l’impegno a non arretrare di un passo e ha chiamato a raccolta sindacati e forze progressiste. “Il governo deve mantenere i suoi impegni e salvare il polo industriale con una riconversione ambientale. Non ci fermeremo finché non ci saranno risposte concrete,” ha concluso Montalto.
La crisi siracusana non è solo una questione locale: è una prova cruciale per il futuro del lavoro, dell’ambiente e della giustizia sociale in Italia.
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