Nel Partito Democratico siracusano regna un “caos calmo”. Un caos calmo perché le tensioni ci sono, e non le nasconde, ma restano sotto la superficie, sospese in un equilibrio precario tra frizioni e silenzi. Ospite ai microfoni di SiracusaNews Tiziano Spada, deputato regionale del PD e sindaco di Solarino, in un’intervista che ha toccato i nodi politici più caldi della provincia e della regione.
“Non sono scontri personali – chiarisce Spada – ma politici. Ho espresso dissenso su alcune scelte e impostazioni, perché credo che il Partito Democratico debba tornare al centro del dibattito e non rimanere ai margini come sta accadendo oggi”. Il riferimento è chiaro: il PD governa solo quattro comuni su ventuno nella provincia di Siracusa – Canicattini, Carlentini, Solarino e Floridia – e questo per Spada è un dato che pesa.
“È inaccettabile – dice – che un partito con la nostra storia e la nostra base sociale amministri solo quattro realtà, e una di queste, Solarino, è frutto di una candidatura, la mia, che all’interno del partito qualcuno ha perfino contrastato. Se non fossi stato eletto io, saremmo fermi a tre amministrazioni”. È qui che emerge il tratto più critico ma anche più lucido di Spada, che non usa mezzi termini per descrivere il Pd siracusano come un partito “impantanato in logiche di piccolo cabotaggio”, dove “ognuno pensa alla propria posizione in vista delle prossime regionali o nazionali”, dimenticando la necessità di un progetto collettivo.
Il punto di rottura, però, si consuma sulla segreteria cittadina di Siracusa, un congresso sospeso e mai risolto. Spada parla di “un fatto increscioso”, riferendosi al blocco della votazione interna dopo l’accusa di brogli rivolta ai Giovani Democratici, rei di aver espresso il voto online. “Accusare i giovani di brogli – spiega – è un gesto grave e ingiusto. Sono il vivaio del partito, la sua linfa vitale. Le stesse modalità di voto erano state usate per eleggere il segretario provinciale, quindi è evidente che si è trattato di una strumentalizzazione. In questo modo non si danneggia chi vince o chi perde, ma il partito stesso e la fiducia di chi ancora crede che le regole abbiano valore”.
Per uscire dall’impasse Spada vede due possibili strade: ripetere il ballottaggio tra i candidati originari, Maria Grazia Ficara e Alessandro Dierna, accettandone poi l’esito, oppure individuare un nome di sintesi capace di unire. Tra i nomi che circolano, quello di Matilde Di Giovanni sembra raccogliere consensi trasversali, ma per Spada il vero punto è “decidere, e farlo presto”, perché “non possiamo arrivare alle amministrative divisi e dilaniati”. Un discorso che si allarga inevitabilmente alle prossime sfide elettorali. Nel 2025 andranno al voto due città chiave: Augusta e Floridia. Su Floridia, Spada esprime parole di apprezzamento per l’operato del sindaco Marco Carianni: “Ha dimostrato che si può governare anche un comune in dissesto con equilibrio, coinvolgendo la cittadinanza e costruendo consenso attorno a un’idea di comunità. È un esempio di come la politica possa tornare ad essere partecipazione”. Diverso il quadro di Augusta, dove il sindaco uscente Giuseppe Di Mare gode di un centrodestra compatto. Qui Spada invita alla cautela: “Se vogliamo proporci come alternativa credibile, dobbiamo costruire una candidatura unitaria, non una bandiera da sventolare. Fare una corsa solitaria significherebbe regalare la città agli avversari e dare ancora una volta l’immagine di un partito incapace di fare sintesi”.
L’analisi politica si intreccia inevitabilmente con la dimensione amministrativa. Come sindaco, Spada si trova a fronteggiare una situazione economica difficile a Solarino. Il disavanzo del Comune, spiega, è “ben superiore” agli otto milioni di Floridia, arrivando a cifre che lui stesso definisce “imponenti rispetto alle dimensioni del paese”.
“Abbiamo trovato una situazione drammatica – racconta – frutto di trent’anni di gestioni stratificate. Solarino non era il comune virtuoso che qualcuno raccontava. Ma non ci sottraiamo alla responsabilità: abbiamo avviato un piano di riequilibrio e chiederemo sostegno a Regione e Provincia per tirare fuori il paese da questa crisi. Serve uno sforzo comune e la consapevolezza che nessuno si salva da solo”. Poi c’è un episodio che ha toccato profondamente la comunità: la vicenda del bambino di undici anni ricoverato nel reparto di psichiatria per adulti all’ospedale Umberto I. Spada ricostruisce i fatti con tono fermo e misurato, spiegando che non si è trattato di un TSO ma di un ASO, un accertamento sanitario obbligatorio disposto nel pieno rispetto della legge e con il coinvolgimento del Tribunale dei Minori di Catania.
“Quando mi hanno chiamato per dirmi che un bambino di undici anni tossicodipendente era in escandescenza, mi sono tremate le gambe – confessa –. Da poco sono padre, e posso solo immaginare il dolore di quella situazione. Ma mi addolora ancora di più vedere chi ha provato a usare quella tragedia per attaccarmi politicamente. Mi potete criticare sul piano amministrativo, ma usare la sofferenza di un bambino per colpire un avversario è meschino. Il vero tema su cui dovremmo interrogarci è come sia possibile che un ragazzino di undici anni arrivi a fare uso di sostanze stupefacenti”.
Dalla cronaca locale alla politica regionale, il discorso si sposta sull’attività parlamentare all’Ars, dove Spada rivendica un ruolo attivo e responsabile del Partito Democratico. Ricorda la recente approvazione, con le sole opposizioni presenti in aula, di una variazione di bilancio da oltre 200 milioni di euro: “Abbiamo scelto di restare e votare perché si trattava di fondi necessari per i disabili psichici, per gli operatori ASACOM, per gli agricoltori e i consorzi di bonifica. È stata una prova di serietà, un atto di responsabilità verso la Sicilia”. Un’occasione anche per osservare come, mentre il centrodestra “si compatta ogni volta che c’è da gestire il potere”, il centrosinistra debba imparare a essere più pragmatico, concreto e veloce nelle proposte. “Spesso ci dividiamo sulle idee, mentre loro si uniscono sul potere. Ma se vogliamo essere un’alternativa credibile dobbiamo smettere di inseguire le correnti e cominciare a costruire progetti”.
E il primo banco di prova sarà l’iniziativa in programma lunedì 27 ottobre all’Ippodromo del Mediterraneo, dal titolo “Quale futuro per la Sicilia?”, un incontro pubblico che vedrà la partecipazione di europarlamentari, deputati regionali e rappresentanti delle forze di opposizione per discutere strategie comuni e una visione condivisa di sviluppo. “Sarà un momento per parlare di Sicilia, del suo futuro, delle sue possibilità concrete – conclude Spada –. Non possiamo più permetterci di restare marginali. Serve unità, regole chiare e una proposta politica credibile. Solo così potremo ricostruire fiducia e restituire dignità alla nostra terra”.
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