Quella di fare un bando per la gestione del depuratore consortile di Priolo sembra essere più che un’ipotesi. Almeno restando alle parole di Corrado Di Stefano, commissario del consorzio Asi di Siracusa che dell’impianto è proprietario e azionista di maggioranza (66% delle quote). Il commissario del consorzio in liquidazione è certo che il futuro del depuratore non sia a rischio, ma sarà necessario rivedere gli assetti e le politiche di sviluppo. Passando da una nuova gestione o dalla rinegoziazione della convenzione in scadenza.
“Il depuratore – dice chiaramente Di Stefano ai microfoni di SiracusaNews durante l’appuntamento quotidiano – avrà un futuro per scopi civili. Il commissario giudiziario sta anche lavorando per la creazione di un laboratorio di analisi all’avanguardia che per noi può rappresentare una nuova fonte di sviluppo tecnico ed economico, nel mentre io sto valutando la possibilità di fare un bando europeo per la gestione”. Di Stefano non lo dice, ma confida nel fatto che al termine dell’incidente probatorio il depuratore possa essere dissequestrato dall’autorità giudiziaria, consentendogli quindi di rientrarne in possesso per progettarne il futuro.
“L’impianto è dell’ente che io al momento sto guidando – chiarisce – e ha grandi potenzialità, ma da oltre 20 anni la gestione dello stesso è affidata a Ias, una società mista pubblico – privato (Comuni di Priolo e Melilli insieme con le aziende private Isab, Sonatrach, Sasol ed Eni, ndr) attraverso una convenzione che scadrà il prossimo anno. E che al momento è in fase di rivalutazione”. In parole povere Di Stefano vuole rivedere il canone concessorio in modo tale da portare utili maggiori all’Asi.
“Questo perché – spiega – il mio obiettivo primario è quello di tutelare e liquidare i creditori del consorzio”. E per farlo, subito dopo la sua nomina da parte della Regione avvenuta lo scorso febbraio ha iniziato una serie di ricognizioni dei beni in possesso al Consorzio. Un ente pubblico che nei fatti possiede una lunga serie di beni all’interno del complesso industriale, tra terreni e beni immobili e che possono risultare appetibili.
Tra questi c’è anche l’Autoporto di Melilli, “una struttura importante, che oggi appare come una cattedrale nel deserto, ma che sono convinto possa tornare molto utile all’Autorità portuale con cui ho già avviato alcune interlocuzioni” o una vasta parte di marina di Melilli, “anche se prima – dice ancora – dovremmo avviare un piano di caratterizzazione visto che quelle aree per tempo sono state date a servizio a diverse aziende industriali, con il conseguente rischio di contaminazione”.
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