Adesso sì, è tempo di rimpasto a Siracusa. Il sindaco, Francesco Italia, lo aveva annunciato durante una recente intervista ai nostri microfoni: “dopo le elezioni provinciali”. Ma nessuno – inclusi noi – ci aveva creduto, perché più volte il primo cittadino aveva trovato il modo per dilungare i tempi, fissando varie scadenze (Natale, estate, elezioni Europee…) puntualmente non rispettate. Adesso, però, i tempi sembrano davvero maturi. E dopo il mini rimpasto con i due innesti di Mpa (Salvo Cavarra e Marco Zappulla), è arrivato il momento di tirare le somme e al primo giro di boa di modificare l’assetto in Giunta. A breve, infatti, si metterà mano sulla composizione della Giunta che terrà conto del risultato delle elezioni che hanno visto Michelangelo Giansiracusa nuovo presidente del Libero consorzio.
Premessa, ad oggi si chiama “fantapolitica”, si tratta di indiscrezioni venute fuori ascoltando “Radio Vermexio” e bisognerà attendere prima di avere certezze. Intanto…
Fuori quasi tutti: Fabio Granata, Giuseppe Gibilisco, Salvatore Consiglio, Teresella Celesti (senza rappresentanti in Consiglio). Su Cavarra e Zappulla decide Mpa (oggi Grande Sicilia), mentre resta il dubbio legato alla posizione di Enzo Pantano, a cui il sindaco Francesco Italia ha delegato il settore della Mobilità e dei Trasporti e l’assessore vive l’incarico essendo onnipresente, quasi un dirigente aggiunto. Resteranno Pierpaolo Coppa al Bilancio e Servizi fiscali – uomo di fiducia massima per il primo cittadino, che gli affiderebbe il proprio bilancio anche familiare… – ed Edy Bandiera, a cui potrebbe lasciare la vicesindacatura ma, dopo l’elezione di Matteo Melfi al Consiglio provinciale, non concederà il secondo assessore atteso e sperato da Alessandro Spadaro. Potrebbe entrare solo in caso di dimissioni di Bandiera, al momento improbabili.
A Granata potrebbe toccare un altro ruolo: al posto di Mastriani nel Cda del Consorzio Amp del Plemmirio, oppure nel Cda dell’Inda o ancora, più plausibile, della Fondazione di partecipazione per la candidatura di Siracusa a”Capitale Europea della Cultura 2033″. Su Consiglio il sindaco si aspettava di più e, pur non addebitandogli responsabilità dirette, considera un fallimento il mancato stop alle licenze per le nuove attività di ristorazione che sarebbe dovuto avvenire lo scorso anno, oltre a una più complessiva inerzia sulle altre rubriche. Gibilisco e Celesti invece sono rimasti molto più del previsto, hanno lavorato con passione ma adesso la politica (e i partiti) chiedono il conto. Perché le elezioni provinciali hanno determinato un’area, quella di centro, che potrebbe funzionare anche in caso di coinvolgimento del popolo. E che va sperimentata.
Per questo si attende l’ingresso anche del gruppo di Insieme per allargare le fila della maggioranza, dopo il sostegno a Giansiracusa presidente. Tra i papabili – è pure il momento giusto per dirlo… – il capogruppo Ivan Scimonelli, il consigliere Ciccio Vaccaro (che potrebbe dimettersi lasciando spazio al primo dei non eletti), l’ex assessore Alessandro Schembari (che avrebbe declinato). Ma si attendono notizie dal leader della Lega Giovanni Cafeo, perché ci sono altri nomi in ballo. Salta invece l’assessorato previsto per il gruppo di Franco Zappalà, passato in maggioranza ma ormai privo di un gruppo dopo l’adesione di Alessandra Barbone a Forza Italia, in opposizione.
Qualche movimento anche in aula Vittorini. Secondo gli accordi iniziali, il presidente Di Mauro dovrebbe fare un passo indietro e lasciare spazio ad altri. Per evitare un “declassamento” da presidente a semplice consigliere, per lui potrebbe esserci posto in Giunta (al posto di Cavarra?). Lo scranno più importante del civico consesso potrebbe andare al consigliere anziano (cioè il più votato) Sergio Bonafede, ma non è certo. Anche la vicepresidenza – oggi di Conci Carbone – dovrebbe passare ad altri dopo l’elezione in Consiglio provinciale.
Potrebbe essere la settimana decisiva, stavolta davvero, ma l’auspicio è che soprattutto in alcuni settori possa esserci un cambio di marcia. O una modifica di registro. Insomma: novità nella sostanza e non solo nella forma e nei nomi.
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