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Embargo e crisi della zona industriale a Siracusa. Auteri: “sindaci e parlamentari del territorio sbattano i pugni sul tavolo”

"L’unica arma è quello di far sentire il peso politico della classe siracusana per dire qual è il Piano B, se deve passare a una gestione tutta italiana magari attraverso Eni, ma c’è anche la possibilità di fermare embarghi e mettere il premier Draghi davanti a una scelta importante"

“Sento e leggo dichiarazioni da parte dei parlamentari siciliani e nazionali, da Giovanni Cafeo ai 5 Stelle, e mi chiedo come si possa parlare di coerenza politica e di interesse per i lavoratori del polo petrolchimico, quando la situazione della zona industriale siracusana è ormai imbarazzante. Non si vuole comunicare la verità alla gente, mentre oltre 5 mila famiglie sono a rischio e nessuno fa niente per salvarle. Parlano di sanzioni, di grandi temi, ma non sono all’altezza di affrontare l’argomento così come i due sindaci di Melilli e di Priolo”. L’esponente di Fratelli d’Italia e già annunciato candidato per le prossime elezioni regionali, Carlo Auteri, torna a parlare di zona industriale e degli esiti sul territorio del sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca per l’aggressione all’Ucraina, il cui punto principale riguarda l’embargo progressivo sul petrolio russo via mare, fino al blocco totale entro fine anno.

Sul tema era già intervenuto circa un mese fa, all’indomani della notizia che tanto ha fatto discutere. Per Auteri l’obiettivo prefissato dal Governo nazionale è la cassa integrazione per due anni per tutti i lavoratori delle zone industriali in Italia e la conseguente fine del quadrilatero industriale a Siracusa, con l’impianto che adesso rischia di essere spento e con il conseguente disastro totale dal punto di vista economico e occupazionale. Da allora non si hanno notizie né dal premier Mario Draghi, né dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti né del ministro degli Esteri ormai ex M5S Luigi Di Maio. E il candidato “patriota” stuzzica i parlamenti locali, oltre ai sindaci Pippo Gianni di Priolo e Giuseppe Carta di Melilli.

“Nessuno di loro è stato in grado di intervenire seriamente e pensare che da una parte con Giorgetti e dall’altra con Di Maio (prima della fuoriuscita) nessuno è stato capace di portare realmente la vicenda all’attenzione di Draghi. – aggiunge – Oppure il premier non è interessato a intervenire, quindi i nostri parlamentari dovrebbero chiedersi che senso abbia continuare in questo modo lasciando padri di famiglia con figli da mantenere, impegni economici, che devono vivere e che avranno difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Eppure questi sono a Palermo e a Roma da anni senza aver portato nulla sulla nostra provincia né sotto l’aspetto industriale né culturale, mentre i due sindaci Gianni e Carta dovrebbero farsi sentire sbattendo i pugni sul tavolo del prefetto e invece stanno organizzando la propria campagna elettorale per le prossime regionali. Bisogna dire la verità e impegnarsi seriamente per il nostro territorio. L’unica arma è quello di far sentire il peso politico della classe siracusana per dire qual è il Piano B, se deve passare a una gestione tutta italiana magari attraverso Eni, ma c’è anche la possibilità di fermare embarghi e mettere il premier Draghi davanti a una scelta importante. I parlamentari, ma anche i sindaci, dovrebbero essere i nostri portabandiera ed evitare il caos sociale. Questo è il momento, deve iniziare il cambiamento. Ora”.


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