Il sito Versalis di Priolo “è nel percorso di realizzazione di nuove bioraffinerie in Italia: anch’essa è destinata a Saf, con target di realizzazione e completamento meccanico a fine 2028“. Lo ha detto Stefano Ballista, amministratore delegato di Enilive, nel corso di una conferenza stampa tenuta nella bioraffineria di Gela.
Il Saf (Sustainable Aviation Fuel, carburante sostenibile per l’aviazione) o Biojet è un biocarburante, ottenuto grazie alla tecnologia Hefa (mediante processo di idrogenazione degli esteri e degli acidi grassi), che può essere miscelato fino al 50% con il carburante tradizionale per l’aviazione. È prodotto al 100% da materie prime rinnovabili, prevalentemente scarti e residui come oli alimentari esausti, grassi animali e sottoprodotti della lavorazione di oli vegetali. Rispetto ai prodotti di origine fossile, i biocarburanti derivano da materie prime biogeniche e consentono quindi una riduzione delle emissioni (calcolate lungo l’intera catena del valore): al momento sono l’unica soluzione disponibile per contribuire alla decarbonizzazione del trasporto aereo. I biocarburanti non richiedono modifiche agli aeromobili né alle attuali infrastrutture di distribuzione del carburante negli aeroporti. Per raggiungere l’obiettivo di un trasporto aereo più sostenibile, i produttori di Saf lavorano in sinergia con le compagnie aeree, i costruttori di motori, gli operatori aeroportuali e le istituzioni.
A livello europeo, la maggior parte degli Stati membri dell’Unione Europea ha già stabilito aumenti annuali degli obiettivi di miscelazione dei biocarburanti. Il Regolamento (UE) 2023/2405 stabilisce, infatti, che i fornitori di carburante per l’aviazione garantiscano che il jet fuel messo a disposizione degli operatori aerei in ogni aeroporto dell’Unione Europea contenga quote di Saf. L’immissione sul mercato di SAF dovrà avvenire in quantità crescenti secondo la seguente traiettoria: 2% minimo dal 1°gennaio 2025 e un incremento della quota ogni cinque anni (6% dal 2030, 20% dal 2035, 34% dal 2040, 42% dal 2045) fino a raggiungere il 70% dal 2050.
“La riconversione green dei poli industriali rappresenta un dovere morale per la Sicilia. Abbiamo il compito non solo di salvaguardare l’ambiente, ma anche di costruire un futuro sostenibile per le generazioni che verranno“. Lo ha detto l’assessore regionale alle Attività produttive in Sicilia, Edy Tamajo, intervenendo all’avvio dell’impianto per la produzione di Biojet nella bioraffineria di Gela. “Tuttavia – ha aggiunto – è fondamentale ricordare che nessuna trasformazione può dirsi davvero giusta se non tiene conto delle persone. Siamo vicini ai lavoratori, i veri protagonisti di questa transizione, e ribadiamo con forza che nessuno deve rimanere indietro. Proprio per questo motivo, colgo l’occasione per invitare i dirigenti di Eni e i rappresentanti sindacali a un nuovo tavolo di confronto per discutere del futuro del polo industriale di Ragusa. È essenziale continuare a lavorare insieme per garantire che ogni passo verso la sostenibilità sia accompagnato dalla tutela dei diritti dei lavoratori e da opportunità di crescita per tutti. La Sicilia può essere un modello di riconversione green a livello nazionale e internazionale, ma possiamo riuscirci solo con un impegno comune e condiviso“.
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