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Europee a Siracusa. Tra chi ride, sorride, irride, perde e si lecca le ferite: la disamina del voto

Proviamo ad analizzare liste e personaggi in cerca di risposte, di resa dei conti, di sconfitte e di vittorie

“Dopo le Europee”… era questo lo spartiacque per molti partiti ed esponenti politici. Oggi è il giorno dopo i risultati ufficiali delle Europee ed è tempo di bilanci e di ragionamenti vari. Proviamo ad analizzare liste e personaggi in cerca di risposte, di resa dei conti, di sconfitte e di vittorie.

Forza Italia. In provincia di Siracusa il 23,85%. Non può essere considerato il risultato di un partito ma di una minicoalizione che al proprio interno vedeva “Noi moderati”, Mpa e Democrazia cristiana. Sembra insomma che Schifani, in Sicilia, abbia esaudito il sogno che Silvio Berlusconi provò a concretizzare con il PdL, il Popolo delle Libertà, durato 4 anni dal 2009 al 2013 e che riuniva forze politiche di centrodestra. Ci si chiedeva se F.I. potesse sopravvivere alle Europee. Altroché. Riccardo Gennuso e Giuseppe Carta, soprattutto, hanno dimostrato che se uniti potrebbero fare la differenza. Il primo – al di là delle parole di circostanza – ha puntato forte soprattutto sull’amico assessore Marco Falcone che ha ottenuto 9 mila voti in provincia. Il sindaco di Melilli ha chiesto il voto per Caterina Chinnici ed Edy Tamajo, rispettivamente prima e secondo della lista con 12 e 9 mila preferenze. Vincono tutti. A Bruxelles vanno Tamajo e Falcone (il primo potrebbe rinunciare a favore di Chinnici, ma sono altri ragionamenti). Nel capoluogo stesso ordine, Chinnici (quasi 2.200 voti), Tamajo (1700) e Falcone (1.100). Da questi presupposti il coordinatore cittadino di Mpa Roberto Di Mauro ai microfoni di SiracusaNews ha esplicitato la richiesta al sindaco di un’ulteriore posizione oltre a due assessore e al presidente del Consiglio comunale. Si alza la posta, sarà un’estate caldissima. Forza Italia, il partito, dimostra invece di esserci nonostante tutto e di avere in Gennuso un fedele soldato e una base solida. Non male per un movimento di cui si stava recitando il de profundis.

Fratelli d’Italia. In casa Fratelli d’Italia si prova a guardare il bicchiere mezzo pieno, anche se l’attestarsi come secondo partito in provincia – dietro Forza Italia – non fa piacere, così come non può considerarsi un successo aver ottenuto in provincia quasi 7 punti percentuali in meno rispetto alla media nazionale. Di certo, però, non si può parlare di un flop o di un consenso al di sotto delle aspettative, perché Giorgia Meloni è stata la più votata in provincia con oltre 13mila preferenze e FdI si attesta al 21,22%. Ma soprattutto il partito della Premier si è confermato ampiamente come il più votato nei comuni guidati da amministrazioni di FdI o molto vicine come Augusta (29,15%), Avola (37,23), Buscemi (32,61), Portopalo (44,90%) e Sortino col 30,51% grazie alla spinta del parlamentare regionale e consigliere comunale, Carlo Auteri. Discorso a parte per Pachino, dove per le Europee il partito è stato il più votato con il 29%, mentre alle amministrative il dato è stato più modesto. Le buone notizie, o meglio le conferme, vengono anche da comuni più “ostili” come Canicattini, dove FdI è stato il secondo partito più votato con quasi il 23% delle preferenze, Ferla col 20,68%, ma soprattutto Floridia dove con il 23,78 % e nonostante la presenza e la spinta del deputato Dem Tiziano Spada e del sindaco Carianni, i “patrioti” si sono fermati a meno di mezzo punto dal PD. Discorso simile per Siracusa con FdI che ha conquistato il 17,92% dei voti, seconda forza dietro i Dem. A beneficiare di questo consenso è stata sicuramente Alessia Scorpo, candidata siracusana in pectore, fortemente spalleggiata da Luca e Rossana Cannata che in provincia ha raccolto più di 8.600 preferenze, dietro solo alla Meloni. (Giulio Perotti).

Partito democratico. In provincia il 18%. Il senatore Antonio Nicita ci ha provato, pur sapendo delle difficoltà cui andava incontro con una candidatura sì di servizio ma molto rischiosa per il commissario di un partito costantemente in fibrillazione. In fin dei conti sapeva di poter arrivare dietro Lupo, ma non si aspettava di essere superato da Bartolo. In provincia 9.741 preferenze, un terzo delle quali (3.666) nel capoluogo. La sintesi di ciò che non va nel Partito democratico però è tutta in queste poche parole vergate dal senatore a urne chiuse: “un risultato ottenuto in poche settimane, nonostante le resistenze e le chiusure, in Sicilia, della vecchissima politica di un pezzo della deputazione regionale nonché di logiche asfittiche di contrapposizione e bande, prive di respiro e di innovazione”. Siracusa non è riuscita a eleggere il primo europarlamentare aretuseo della storia, neanche con un partito quasi totalmente coeso, con alcuni falchi che però hanno preferito votare anche Lupo (oltre la Schlein). Fra poco il partito rinnoverà i suoi organi dirigenti e per il commissario verrà il momento di passare la mano. Manca però una leadership forte che possa prendere le redini in mano e correre per provare a superare il centrodestra. Si attendono le classiche “logiche asfittiche di contrapposizione e bande” che caratterizzano il Pd. Chi vivrà vedrà, per ora si sorride.

Movimento 5 Stelle. In provincia il 16.03%. Il dato è qui: 17.449 voti di lista, appena 12.138 le preferenze. Ballano ben 5 mila voti, che se si sommano ai 5 mila di Giuseppe Antoci (certamente non un pentastellato della prima ora, ma più un “nome” conosciuto e spendibile) dimostrano la pochezza di una classe dirigente assente. Responsabilità, certamente, del limite del secondo mandato che ha fatto scappare i grillini verso altri lidi o ritirati dalla vita politica. Se la candidata “naturalizzata” siracusana, Antonella Di Prima, ha preso 1.292 voti, il peso del M5S è tutto qui. Quasi nullo. Come dimostrato alle Amministrative a Siracusa e con l’assenza alle Comunali di Pachino. Non è una responsabilità provinciale, ma forse il tempo di quel movimento forse è finito.

Libertà. In provincia il 6,77%. Edy Bandiera ha una dote di voti che può portare liberamente in qualsiasi lista o movimento. Sono circa 4 mila in provincia, poco meno di 2.500 in città. Dopo anni da assessore regionale all’Agricoltura, ha ottenuto anche 1.172 preferenze a Palermo. Ha scelto di schierarsi con Cateno De Luca e di condividere il progetto sperando di tornare all’Ars con “il sindaco di Sicilia”. O di fare lui il sindaco di Siracusa. Ma è ancora presto per dirlo. Per adesso, dopo la conferma, vuole il secondo assessorato per Alessandro Spadaro. Come promesso.

Lega. Raggiunto il 5,33% in provincia ma è spaccata a metà. Quella ufficiale con coordinatore Enzo Vinciullo ha perso puntando su Annalisa Tardino (1.255 voti) mentre il finto civico ma “Sammartiniano” Giovanni Cafeo ha vinto riuscendo a far eleggere Raffaele Stancanelli con 2.314 preferenze. Ai microfoni di SiracusaNews, in collegamento da Pachino (dove quest’ultimo ha sostenuto Gambuzza arrivato al ballottaggio mentre l’altro era con Fortunato, terzo e fuori dai giochi) Cafeo ha sorriso ricordando i 3 consiglieri comunali del gruppo Insieme cui si aggiungono gli amici Franco Zappalà e Alessandra Barbone. Sono 5 in aula, 0 per la Lega. E se non è resa dei conti questa…

Alleanza Verdi e Sinistra. I nomi erano quello di Ilaria Salis e Mimmo Lucano. Fosse stato per la sola provincia di Siracusa, il quorum non sarebbe stato raggiunto (si è fermata al 3,68%). Ma per Avs la soddisfazione può stare nell’esser riusciti a battere Renzi e Calenda anche in accoppiata.

Stati Uniti d’Europa. Matteo Renzi non piace più. Lo sappiamo da tempo, pur essendo consapevoli che si tratti di una scommessa persa per i centristi. L’egocentrismo del proprio leader è un costante boomerang e a Siracusa nulla può neanche un renziano della primissima ora come l’ex sindaco Giancarlo Garozzo, fermandosi all’1,78%. Non lo tradisce, continua a sostenerlo nonostante… Renzi. Potrebbe essere la fine dell’ex premier, che però sa sempre come riciclarsi e sopravvivere politicamente.

Pace terra e dignità. In provincia 1,48%. Non sono mai esistiti, non esisteranno oltre, ma valgono già più di Azione. E Michele Santoro è venuto una volta soltanto in città.

Azione – Siamo Europei. 1,46% in provincia, per la disamina nazionale vedi Renzi. Ma questa è la dimostrazione plastica che il sindaco di Siracusa Francesco Italia non vince perché è di Azione, ma proprio il contrario. Il primo cittadino ha soltanto trovato un contenitore praticamente vuoto che cerca di colmare ma senza nemmeno tutto questo interesse. Lo stesso può dirsi del sindaco di Ferla e capo di Gabinetto a Siracusa, Michelangelo Giansiracusa, che nel comune in cui non si trovano avversari vede Azione il quarto partito, preceduto da FI, FdI, Pd e in coabitazione con M5S. Chi parla di una bocciatura politica per il sindaco chiedendo le dimissioni (Mangiafico docet) sbaglia con la consapevolezza di sbagliare, perché alle Amministrative Italia si candidò con le liste civiche e non con il partito di Carlo Calenda. E vinse con il voto disgiunto, dimostrando di vincere in quanto Francesco Italia.

Alternativa popolare. Alternativa di sicuro, con lo 0,39% però neanche troppo popolare. Inesistente.


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