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Fermata generale nel Petrolchimico di Siracusa, la Fiom lancia l’allarme sicurezza

Per il segretario provinciale di categoria, Antonio Recano, chiede di far ripartire il tavolo tecnico sulla sicurezza

Il segretario provinciale della Fiom Cgil di Siracusa, Antonio Recano, lancia ancora una volta l’allarme sulle condizioni di lavoro cui sarebbero costretti a operare i metalmeccanici di Siracusa. E lo fa alla luce della fermata generale, iniziata il 26 aprile scorso, che coinvolge gli impianti Isab Sud, Isab Nord, complesso Igcc e Versalis con l’utilizzo di una forza lavoro aggiuntiva di circa 2600 addetti in un intervallo di 46 giorni.

Le segnalazioni che, in queste settimane, arrivano dai lavoratori ripropongono e confermano ancora una volta il disagio e la mancanza sicurezza con cui sono costretti ad operare i metalmeccanici Siracusani – dice Recano -. Una condizione ormai strutturale, che nasconde dietro l’immagine formalmente irreprensibile delle committenti, una “terra nullis” fatta di appalti al massimo ribasso, vessazioni, precarietà, sfruttamento e compressione dei diritti”.

Per Recano, in sintesi, all’interno dell’indotto del petrolchimico si starebbe verificando un arretramento delle condizioni dei lavoratori, “dove la violazione delle regole e delle procedure – prosegue -, dei ritmi di lavoro sempre più alti, l’assenza di formazione adeguata, la frammentazione del lavoro e la precarietà rappresentano fattori di rischio inaccettabili per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Rischi che per le implicazioni che hanno sulla vita delle persone vanno assolutamente combattute difendendo i lavoratori di fronte al ricatto delle imprese”.

L’esponente della Fiom vuole chiarezza sui requisiti richiesti nel processo di qualificazione delle imprese per l’affidamento dei lavori, sulle gare al ribasso “che scaricano tutte le responsabilità verso imprese che per aggiudicarsi l’appalto concorrono tra di loro tagliando i costi – dice ancora -, a partire da quelli sulla sicurezza, e comprimono diritti e tutele. A pagare sono sempre i lavoratori. Da parte delle committenti, su un tema come quello della sicurezza e della salute, occorrerebbe rimuovere posizioni assolutorie e pregiudiziali per costruire le giuste condizioni di civiltà e dignità per restituire al lavoro quel diritto di cittadinanza, presupposto indispensabile alla convivenza civile e alla “coesione sociale”.

Recano reputa fondamentale intensificare le verifiche degli enti preposti sulle modalità di assunzione, sulle retribuzioni, sulle ore lavorate, sulla sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro affermando il giusto principio di responsabilità solidale delle committenti su tutti gli appalti. “Ma oggi – dice con amarezza – è il profitto a dettare i tempi di lavoro, e questo succede anche perché ci sono pochi controlli e soprattutto pochi controllori. I dati resi noti dall’Inail sulla sua attività di vigilanza per il 2023 sono allarmanti, circa il 70% delle aziende ispezionate risulta irregolare e parliamo di appena il 6%-7% di aziende ispezionate sul totale di aziende dichiarate, il che fa giustamente pensare che la situazione sia potenzialmente ancora più drammatica.”

La realtà è che le verifiche oggi sono poche anche perché mancano gli ispettori, Siracusa territorio dove insiste uno dei Petrolchimici più grandi d’Europa ne conta solo 3. “Servono più ispettori, controlli più capillari ed efficienti – conclude Recano -, più rispetto per i lavoratori, più legalità, riteniamo necessario far ripartire, urgentemente, quel tavolo tecnico sulla sicurezza fermo in prefettura, perchè il punto oggi e , cosa dobbiamo ancora aspettare, quale costo sociale, ambientale ed umano siamo disposti a pagare per vivere e lavorare.”


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