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Festival Mediterrartè, stasera Lettre aux paysans sur la pauvreté et la paix al Teatro Massimo

Attraverso una narrazione evocativa e poetica, l’opera celebra la saggezza rurale e denuncia l’alienazione moderna, invitando il pubblico a riscoprire un legame autentico con la natura

Un intenso monologo teatrale che esplora la relazione tra uomo e terra. Stasera alle ore 21, al Teatro Massimo di Siracusa il Festival Mediterrartè 2024 propone Lettre Aux Paysans di Jean Giono nell’adattamento di Alain Besset e Grégory Bonnefont per la regia di Alain Besset e interpretato da Grégory Bonnefont. Lo spettacolo francese è prodotto da Cie De l’âme à la vague, ed è ambientato in un’epoca di cambiamenti agricoli e sociali, riflettendo sulle sfide e la resilienza dei contadini.

Attraverso una narrazione evocativa e poetica, l’opera celebra la saggezza rurale e denuncia l’alienazione moderna, invitando il pubblico a riscoprire un legame autentico con la natura. Scritto nel 1938, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, Lettre aux paysans sur la pauvreté et la paix – Lettera ai contadini sulla povertà e la pace di Jean Giono propone un legame profondo con la terra come mezzo per respingere la guerra e la violenza. Oggi ci sono altre guerre, altri problemi climatici e politici, ma questa lettera conserva una radicalità del tutto attuale. Giono, infatti, non si limita a darci istruzioni su come coltivare la terra con “misura” e in modo sensato. Si tratta soprattutto per lui di capire fino a che punto il rapporto con la terra sia il mezzo principale per combattere e rifiutare ogni forma di guerra e di violenza.


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