Un gesto di coraggio e amore, per aiutare chi soffre e “restituire” ciò che si è avuto. In questo caso il “dono” è quello della vita che ricomincia dopo un trapianto di organi.
È attorno a questo, infatti, che si muove la storia dei floridiani Caterina e Salvatore. Almeno quella degli ultimi tempi, da quando, 5 anni fa, Caterina ha subìto un trapianto di fegato a seguito di una grave patologia che non le stava lasciando scampo. A distanza di tempo, la donna si è trovata dal lato opposto, a dover scegliere cioè, in seguito alla morte del marito Salvatore – avvenuta alcuni giorni addietro – se compiere questo gesto di grande generosità che lei stessa aveva ricevuto. E non ha avuto dubbi sul da farsi.
Dopo che i medici dell’ospedale di Caltanissetta (dove Salvatore era ricoverato) ne hanno dichiarato la morte cerebrale, Caterina ha autorizzato l’espianto degli organi donando il fegato ed entrambi i reni del marito.
Accanto a Caterina nei giorni tristi che hanno accompagnato la malattia e la perdita del marito, ci sono state Rosanna e la sua associazione, “Amici di Tino Insolia onlus”, nata per sensibilizzare sulla donazione degli organi e per offrire aiuto a chi è affetto da patologie epatiche e in attesa di trapianto.
“Ho conosciuto Caterina 5 anni fa quando si è ammalata e si è rivolta alla mia associazione. Da quel momento ho seguito il suo percorso sanitario – racconta Rosanna – e anche dopo che ha ricevuto il trapianto di fegato, abbiamo continuato a tenerci in contatto e siamo diventate amiche”. Tanto da stare accanto a lei e alla sua famiglia anche durante la malattia di Salvatore. “Quella della donazione degli organi è una scelta coraggiosa – ammette Rosanna –. Non tutti ne capiscono pienamente l’importanza. Per questo la scelta di Caterina è stata importantissima. Oltre a salvare le persone che hanno ricevuto gli organi del marito, è stato anche un modo per “restituire” l’amore che alcuni anni prima è arrivato a lei grazie al suo donatore”.
Sensibilizzare alla donazione, dunque, uno degli obiettivi di Rosanna e della sua associazione, poi diventata onlus, nata per tenere viva la memoria del marito, Tino Insolia appunto; scomparso oltre un decennio fa proprio per una malattia epatica, che pur non vivendo a Floridia ha mantenuto con la sua città un legame intenso, durato tutta la vita e che ora prosegue grazie anche alla moglie e a chi sceglie di percorrere la strada della solidarietà e del coraggio.
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