Oltre 180 ore di riprese condensate in poco meno di 90 minuti per raccontare l’anno più assurdo della scuola italiana.
Un regista e un cameraman, il floridiano Peppe Cavarra, hanno raccontato la scuola ai tempi del covid: quella senza abbracci, senza compagni di banco, senza condivisione.
Da questa “intrusione” fra le aule e i corridoi del primo istituto comprensivo “Edmondo De Amicis” di Floridia, è nato il docufilm – interamente in bianco e nero – “Cosa verrà”, diretto da Francesco Crispino e prodotto grazie ai fondi assegnati dal Piano nazionale cinema per la scuola con il bando “Visioni fuori luogo”, promosso dal Miur e dal Mibac nel 2019.
“Nel momento in cui è stato necessario decidere se iniziare le riprese o rinunciare, date le innumerevoli limitazioni legate alla pandemia assieme al regista Francesco Crispino, abbiamo scelto di cogliere la sfida che le circostanze ci imponevano: eravamo una delle poche scuole in Italia ad avere un’occasione unica, quella di potere documentare l’anno più anomalo della storia recente” spiega il dirigente Giorgio Agnellino.
Protagonisti sono alcuni alunni che nell’anno scolastico delle riprese (2020/2021) frequentavano la terza media e che, nel passaggio cruciale dall’infanzia all’adolescenza, hanno dovuto fare i conti con l’incertezza del futuro. Da qui il titolo del docufilm, che riprende una delle frasi più pronunciate dai ragazzi che alla telecamera hanno manifestato paure e desideri per un futuro che, mai come in quei mesi, appariva incerto.
“Un’esperienza straordinaria – la definisce la docente Manuela Spina che ha seguito gli studenti durante le riprese insieme con altri colleghi della scuola –. I nostri ragazzi sono stati protagonisti di quello che è un documento che diventerà ancora più importante negli anni a venire”. Un progetto corale che ha coinvolto, oltre agli studenti, anche diversi docenti – come Antonio Granata che ha realizzato le musiche del film – e un po’ tutta la comunità scolastica.
Un lavoro fuori dal comune, anche tecnicamente, senza copione né sceneggiatura e “costretti ogni giorno a rivedere quello che era il nostro progetto iniziale – spiega il regista – a causa di chiusure e restrizioni. Abbiamo dovuto trovare ogni giorno delle soluzioni a ciò che prima era normale fare e in quel momento non lo era più”.
Il docufilm ha ricevuto numerosi e importanti riconoscimenti, oltre che l’apprezzamento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della premier Giorgia Meloni. È stato proiettato al MAXXI all’interno della rassegna Alice nella città, manifestazione di chiusura della Festa del Cinema di Roma. Quindi al Film Festival Sottodiciotto di Torino e al Ragusa Film festival.
“Abbiamo lavorato tanto a questo film – conclude Crispino –, ci sono voluti quasi due anni dall’inizio delle riprese a quando lo abbiamo consegnato al pubblico. Dal momento in cui è possibile vederlo un film diventa degli spettatori che poi, guardandolo, ci trovano, o non ci trovano, delle sensazioni, delle emozioni e anche, eventualmente, delle riflessioni. A “Cosa verrà” sta succedendo tutto questo ed è la cosa più bella che potesse accadere per questo film”.
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