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Floridia, un cane di quartiere aggredito e ucciso dal branco. Infuria la protesta dei cittadini

Dalla Stazione alla Marchesa sono continue le lamentele e le segnalazioni da parte dei residenti che non si sento più al sicuro e liberi di vivere il proprio quartiere

Pit era un cane di quartiere, rimasto vittima di altri cani. Un meticcio del Comune ancora cucciolo, che da tempo viveva nella palestra comunale di Floridia accudito dai volontari e che qualche notte fa è stato aggredito da un branco di cani adulti. Ed è morto.

Dalla Stazione alla Marchesa sono continue le lamentele e le segnalazioni da parte dei residenti che non si sento più al sicuro e liberi di vivere il proprio quartiere. Le ultime arrivano da Vignalonga, appunto, dove un grosso branco, sono almeno una decina ma i residenti giurano che la notte diventino almeno il  doppio, ha preso possesso della piazza del quartiere rendendo la fruizione dell’area e dei giochi per i bambini quantomeno “difficile”.

Per i residenti la situazione è ormai insostenibile e a farne le spese, oltre al povero Pit, sono proprio i cittadini. Una vera e propria piaga, insomma, contro la quale l’amministrazione comunale ha messo a punto un piano che vede coinvolta anche l’Asp di Siracusa tramite il proprio servizio di Veterinaria per la sterilizzazione e la chippatura dei randagi, i quali verranno reimmessi nel territorio dopo essere stati sottoposti a tutti i controlli sanitari e tenuti in “osservazione” per il tempo necessario ad accertare il buono stato di salute e la non aggressività.

Quello del randagismo è un tema sul quale siamo al lavoro sin dai primi giorni dopo l’insediamento – spiega il primo cittadino Gianni Limoli -. Già da mesi cerchiamo di mettere in atto questo progetto ma, fino a oggi, siamo stati più volte ostacolati, e non sappiamo il perché, da alcuni volontari che gestiscono uno stallo comunale. Ora siamo riusciti a superare le difficoltà e siamo pronti a partire con questo progetto che ci permetterà di risolvere il problema in breve tempo“.

Al di là della polemica con gli animalisti, che si è consumata perlopiù su Facebook, il problema rimane. Risolverlo non sarà facile e ci vorrà del tempo e, più di ogni altra cosa, saranno necessarie una campagna di sensibilizzazione e azioni forti per punire l’abbandono e tentare, almeno, di eliminare una volta per tutte un problema che non solo riduce il senso di sicurezza dei cittadini ma genera anche costi per le amministrazioni che devono assumersi l’onere morale e finanziario del mantenimento dei cani.


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