“Genitori oggi buttiamo la spazzatura per strada, domani i nostri figli vivranno sopra la spazzatura”. Recita così un cartellone colorato piazzato in via Elorina. Poche parole, scritte a caratteri cubitali e colorate, ma con un messaggio preciso: chi non rispetta l’ambiente in primis non rispetta la propria famiglia.
Questo il messaggio che Frank vuole lanciare alla città. Lui è un uomo di 65 anni originario dello Sri Lanka, ma vive a Siracusa da 27. Qui si è creato una famiglia che ama molto. E probabilmente da questo amore è partita la sua missione: ripulire la zona di via Elorina e Fonte Ciane sensibilizzando altri papà come lui a non inquinare per non lasciare in eredità ai propri piccoli – i cittadini del domani – una città piena di spazzatura.
“Io ho sposato una donna italiana – racconta Frank – anche lei molto attenta alla questione ambientale. In casa facciamo la raccolta differenziata e non usiamo bottiglie di plastica”.
Alla domanda sull’episodio scatenante dal quale è partito tutto, lui risponde così: “Ho fatto una promessa a mio figlio: di provare a lasciargli un mondo più pulito. Qualche tempo fa, mio figlio era piccolo, ed è capitato che passeggiando lui più volte raccogliesse da terra un tappo o una bottiglia di plastica per gioco. E da lì, togliendolo dalle sue mani, io mi sono ripromesso di pulire l’ambiente per lui.”
Nel tempo ha raccolto rifiuti di ogni tipo sul ciglio della strada, ma questo non è bastato. Non è stato sufficiente restituire alla comunità un ambiente più pulito per avere in cambio il rispetto del lavoro di Frank.
“I ragazzi di Tekra – dice – fanno un buon lavoro, ma bisogna puntare all’educazione dei cittadini perchè altrimenti il loro lavoro non potrà bastare nè ora nè mai”.
Ma lui non si perde d’animo. Continua a perseverare puntando a sensibilizzare gli altri. Ed ecco così che percorrendo via Elorina e la zona vicino la Fonte Ciane, i cartelli si sono moltiplicati.
Triste l’immagine dei copertoni abbandonati proprio sotto il messaggio di Frank: “Chi semina spazzatura raccoglie bambini malati! Siamo tutti vittime e colpevoli di questo disastro”.
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