Un’agricoltura più vicina alle imprese, capace di dialogare con le istituzioni e di affrontare le grandi sfide della transizione ecologica. È questa la visione che guida Francesco Annino, nuovo presidente nazionale di CNA Agricoltura, che nella nostra intervista delinea le linee programmatiche del mandato quadriennale appena avviato.
“L’agricoltura italiana è un settore vitale. Oggi abbiamo bisogno di rafforzare la rappresentanza, semplificare i percorsi burocratici e accompagnare le aziende verso l’innovazione”, spiega Annino.
Il nuovo presidente mette al centro del programma tre priorità chiare: formazione, sostenibilità e competitività. Da un lato, la volontà di investire su competenze e ricambio generazionale — “perché il futuro delle campagne italiane passa dai giovani e da una cultura d’impresa moderna” — e dall’altro la necessità di rendere più efficiente il sistema di incentivi e agevolazioni, spesso percepito come troppo complesso.
“Serve una politica agricola che non premi solo la dimensione ma la qualità, il valore aggiunto e la capacità di innovare”, aggiunge Annino, sottolineando il ruolo della CNA nel fare rete tra le migliaia di piccole e medie imprese agricole italiane. Nel suo programma trovano spazio anche la semplificazione amministrativa, la digitalizzazione dei processi produttivi e la promozione del Made in Italy agroalimentare nei mercati internazionali.
L’obiettivo, spiega Annino, è costruire un modello di agricoltura che sia “sostenibile, tecnologica ma sempre radicata nella tradizione e nel territorio”.
Un altro punto chiave sarà la transizione ecologica: “Le aziende agricole sono oggi in prima linea nella lotta al cambiamento climatico. CNA Agricoltura intende accompagnarle con strumenti concreti, formazione e consulenza tecnica, per rendere la sostenibilità non un obbligo, ma un’opportunità di crescita”. Il nuovo corso CNA punta dunque su una visione pragmatica e condivisa: mettere insieme innovazione e territorio, impresa e comunità, tradizione e futuro.
Un’agricoltura che, come sottolinea Annino, “non chiede assistenza, ma riconoscimento e ascolto. Perché solo così possiamo garantire cibo di qualità, reddito alle imprese e un futuro ai nostri territori rurali”.
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