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Frode nella commercializzazione di carburanti: sequestrati beni a Siracusa

All’esito di perquisizioni e sequestri nelle regioni Campania, Lazio, Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna venivano denunciate 25 persone fisiche e 23 persone giuridiche per contrabbando di prodotti petroliferi e reati fiscali

Per delega del Procuratore della Repubblica, si comunica che militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, emesso dal Gip di Napoli, per beni fino alla concorrenza del valore di oltre 7,5 milioni di euro. L’esecuzione è stata operata dai finanzieri del 1° Nucleo Operativo Metropolitano di Napoli nelle province di Napoli, Roma, Catania e Siracusa.

Il sequestro è stato disposto nei confronti di una società di capitali maltese e del relativo amministratore, coinvolta in una rilevante frode nella commercializzazione di carburanti. Le somme sottoposte a vincolo rappresentano il
frutto dell’evasione delle imposte sui redditi e dell’IVA dovute dalla società, fittiziamente residente all’estero. Le attività hanno permesso di sottoporre a sequestro un immobile a Siracusa del valore stimato di 70.000 euro, 3 autovetture di lusso (1 Volkswagen e 2 Porsche), partecipazioni sociali del valore di 51.000 euro e disponibilità finanziarie per 60.000 euro, per un valore complessivo di circa 260.000 euro.

I beni sequestrati vanno ad aggiungersi agli oltre 6.5 milioni già sequestrati all’esito di precedenti indagini, risalenti al 2019, che avevano permesso di scoprire la movimentazione di oltre 27 milioni di litri di gasolio in
completo regime di contrabbando, movimentato in soli tre mesi di attività criminale, con la conseguente evasione di 48 milioni di euro di Iva e di 17 milioni di euro di accise.

Il meccanismo fraudolento ricostruito – anche mediante intercettazioni telefoniche – consisteva nell’importazione via mare dalla Spagna, da parte di una società di capitali maltese, con centri decisionali a Napoli e Catania, del
prodotto energetico, che veniva stoccato, in sospensione delle imposte, in un deposito fiscale sito nel porto di Napoli. Il gasolio veniva quindi caricato su autobotti e trasportato presso depositi commerciali e da questi ultimi rivenduto ai distributori di carburante situati nell’hinterland napoletano, che provvedevano alla commercializzazione in evasione delle accise e dell’IVA, praticando un prezzo alla pompa nettamente inferiore rispetto ai valori di mercato.

Il carburante veniva infatti ceduto solo cartolarmente a società “cartiere”, prive di qualunque struttura organizzativa, che acquistavano il prodotto anche in esenzione di Iva, mediante la presentazione di false dichiarazioni d’intento.

All’esito di perquisizioni e sequestri nelle regioni Campania, Lazio, Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna venivano denunciate 25 persone fisiche e 23 persone giuridiche per contrabbando di prodotti petroliferi e reati
fiscali (sottrazione al pagamento dell’accisa, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed omesse dichiarazioni fiscali).

Il provvedimento di sequestro eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i cui destinatari sono presunti innocenti fino a sentenza definitiva. L’indagine è il frutto dell’azione di contrasto ai patrimoni illecitamente acquisiti, priorità di questa Procura della Repubblica, nella prospettiva di tutelare l’iniziativa economica da forme di concorrenza sleale, attuate mediante la frode e l’evasione fiscale.


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