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Gianluca (“Peperino”) oltre la maschera, tra bullismo e lotta per essere sé stesso. Il racconto nel giorno del Siracusa pride

Il suo personaggio è nato non solo “per gioco”, come lo stesso ammette, ma anche dal bisogno di “corazzare” la parte più intima di un ragazzo sensibile

Calze a rete, tacchi vertiginosi, maglie dai colori scintillanti, andatura ammiccante e un passato doloroso trasformato in un punto di forza. Questa è la storia di Gianluca Brunno, 29 anni, siracusano, in arte “Peperino”.

È conosciuto per i suoi modi eccentrici, per i suoi video che rimbalzano da Facebook a Instagram e Tik Tok dove Peperino è un vero e proprio personaggio, con oltre 360mila followers. È amato, criticato, imitato e anche diventato simbolo del “Pride”, e cioè di quell’orgoglio che lo stesso ostenta continuamente.

Ma chi è davvero Gianluca, che sui social impazza con il suo urlo “ciao cavalliniii”? Beh, Gianluca è un ragazzo come tanti che si è scoperto omosessuale nella Siracusa dei primi anni 2000, quando la città in tema di sessualità era profondamente diversa. E per Gianluca, ma non solo per lui, nulla è stato semplice. “Gli omosessuali si nascondevano molto di più rispetto ad oggi”, racconta.

Gianluca ha sofferto di obesità, è stato vittima di bullismo e di body shaming ma per lui è un passato talmente lontano che ormai ne parla in maniera fredda e distaccata, come se non fosse il protagonista della propria storia. Alle nostre domande su questa parte del suo doloroso passato risponde sempre con il sorriso sulle labbra, comportamento tipico di chi non vuole riaprire il vaso di Pandora perché dentro ci sono tanti ricordi dolorosi che è meglio tenere lì, nascosti, segregati.

Il suo personaggio è nato non solo “per gioco”, come lo stesso ammette, ma anche dal bisogno di “corazzare” la parte più intima di un ragazzo sensibile. Quasi una difesa che poi col tempo, si è trasformata in un punto di forza.

Eh già, perché da quel periodo buio Gianluca è rinato grazie non soltanto a un personale processo di crescita, ma anche al sostegno di chi gli è stato vicino. Ed ecco che, parlando della sua famiglia, si fa più serio: “devo ringraziare i miei genitori e i miei parenti per essermi stati accanto e avermi supportato, sempre. In questo sono stato fortunato perché so molto bene che non è da tutti avere una mamma e un papà che riescono a incoraggiarti a essere te stesso nonostante l’indole eccentrica”.

Ma Gianluca nella sua vita che tanto ama ha ancora un obiettivo ambizioso: essere un’icona per coloro che stanno vivendo una battaglia personale contro il bullismo e l’omofobia. “Tutti sanno criticare, ma bisogna fregarsene perché la vita è bella e bisogna viverla sinceramente – afferma – e, nel momento in cui si rispetta il prossimo, si può essere qualsiasi cosa”. Allora, oggi, nel giorno del corteo Pride che dopo due anni di stop (causa Covid) torna a colorare di arcobaleno Ortigia ma anche l’intera città… buon Pride a tutt*


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