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Giornata di Studi su Giulio Emanuele Rizzo a Melilli

Il convegno, curato dal prof. Giuseppe Immè (assente per motivi personali), ha proposto una nuova lettura della figura di Rizzo attraverso lo studio di un ricco epistolario inedito e pubblicato

Nell’ambito delle Giornate Europee dell’Archeologia e in occasione del 160° anniversario della nascita e del 75° della morte del celebre archeologo Giulio Emanuele Rizzo, si è svolta a Melilli, sua città natale, una Giornata di Studi organizzata dalla sezione locale di Italia Nostra. L’evento ha avuto luogo al palazzo della Cultura ed è stato pensato come un momento pubblico di riflessione e divulgazione scientifica sul ruolo centrale di Rizzo nella storia dell’archeologia italiana.

La Giornata è stata inaugurata dai saluti istituzionali della Presidente della Sezione di Italia Nostra Melilli, Nella Tranchina, della Dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Melilli – intitolato proprio a G. E. Rizzo – prof.ssa Angela Fontana, della Presidente di Italia Nostra Siracusa e Consigliera nazionale Liliana Gissara, e di Violante Valenti, Direttore Artistico della Fondazione Pino Valenti e discendente diretta di Rizzo.


Molto apprezzato il toccante audio-messaggio di Violante Valenti, che ha portato i saluti alla comunità melillese e ha offerto un affettuoso e profondo ricordo personale dell’archeologo, definendolo “principe per quella nobiltà di intenti, valori e affetti che caratterizzavano il suo essere”. Valenti ha rievocato anche le celebrazioni del 150° anniversario della nascita di Rizzo nel 2015, occasione in cui suo padre, il Maestro Pino Valenti, annunciò la volontà di donare alla città tutto il suo patrimonio artistico per istituire una Fondazione a suo nome, oggi in fase di allestimento con un Museo che ospiterà l’unica collezione permanente di scenografia contemporanea del Sud Italia.

Nel suo intervento, la prof.ssa Angela Fontana, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Melilli, ha ricordato che la scuola media del paese fu intitolata a G.E. Rizzo fin dal 1953. A causa dei successivi accorpamenti scolastici, l’intitolazione fu temporaneamente persa, ma è stata recentemente ripristinata proprio sotto la sua dirigenza nell’anno scolastico 2014/15.

Nel suo intervento, la prof.ssa Liliana Gissara, consigliera nazionale di Italia Nostra e presidente della Sezione di Siracusa, ha sottolineato il valore dei piccoli centri come fucine di grandi personalità della cultura nazionale, e ha ricordato come la sezione siracusana abbia da anni richiesto a più enti la ristampa anastatica del preziosissimo testo di G.E. Rizzo sul teatro greco di Siracusa.

Nel suo saluto iniziale, Nella Tranchina ha sottolineato l’importanza della figura di Rizzo, “una delle personalità più eminenti dell’archeologia italiana e figlio illustre della nostra comunità”, ricordando come fu maestro e mentore di Umberto Zanotti Bianco, fondatore e primo presidente nazionale di Italia Nostra. La Giornata, ha detto, “nasce dal desiderio di rendere omaggio a un uomo il cui rigore scientifico e la cui visione mediterranea della cultura sono ancora oggi un modello per le nuove generazioni”.

Il convegno, curato dal prof. Giuseppe Immè (assente per motivi personali), ha proposto una nuova lettura della figura di Rizzo attraverso lo studio di un ricco epistolario inedito e pubblicato. Le lettere, indirizzate a figure centrali come Paolo Orsi, Luigi Pigorini, Emanuele Gabrici, offrono una visione nuova e più profonda del ruolo di Rizzo (definito “Il principe degli Archeologi” da Franz Cumont) nella cultura scientifica italiana ed europea del primo Novecento.

Il contributo del prof. Giuseppe Immè, letto dalla dott.ssa Licia Saraceno, segretaria della sezione melillese di Italia Nostra, ha illustrato il carteggio con Paolo Orsi: 214 lettere che raccontano decenni di amicizia, collaborazione scientifica e costruzione istituzionale nel mondo archeologico.

Il prof. Massimo Cultraro ha presentato il rapporto complesso tra Rizzo e Luigi Pigorini, oscillante tra collaborazione e conflitto, ma umanamente toccante nel periodo della Grande Guerra, segnato da lutti condivisi.

Il prof. Giovanni Polizzi ha discusso della corrispondenza con Emanuele Gabrici, durata oltre 50 anni, rivelando il lato più intimo di Rizzo e la sua posizione partecipata nei confronti dei cambiamenti politici e sociali dell’Italia novecentesca.

Diversi i contributi successivi sull’Archeologia e sulla Ricerca sul campo. Il dott. Lorenzo Guzzardi ha approfondito lo studio che Rizzo dedicò al teatro greco di Siracusa: una lettura visionaria del settore superiore (katatomé), inteso come spazio sacro alle Muse. Lo studio, vincitore di un concorso bandito dall’Accademia dei Lincei nel 1916, rappresenta ancora oggi un riferimento per gli archeologi.

Il prof. Giovanni Di Stefano ha infine presentato un’interessante relazione su Camarina, ponendo l’attenzione sulla presenza archeologicamente documentata di “stranieri” e mercenari nella città, con riflessioni più ampie sul ruolo degli “altri” nel mondo antico.

Il dott. Alberto Limoli, referente del settore educazione della sezione melillese, ha moderato i lavori in sostituzione del prof. Frasca. Nel suo intervento ha parlato di “un’eredità viva”, sottolineando come – oltre a offrire nuove chiavi di lettura sulla personalità di Giulio Emanuele Rizzo – la Giornata abbia ribadito l’importanza di una memoria culturale condivisa. Rizzo non fu solo un archeologo di fama, ma un intellettuale militante, capace di ispirare nuove generazioni e di lasciare un’impronta nelle istituzioni scientifiche, nei musei e nelle università.

La giornata è inserita nel programma ufficiale delle Giornate Europee dell’Archeologia 2025, promosso dal Ministero della Cultura, e nelle celebrazioni per il 70° anniversario di Italia Nostra. Un segnale forte di quanto anche dalle realtà locali – come Melilli – possa partire un contributo autentico e di qualità al dibattito nazionale sulla cultura.


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