Al via questa mattina al Teatro Comunale di Siracusa la prima delle due giornate dense di confronti, dibattiti e riflessioni sui grandi temi dell’attualità giuridica. Siracusa è centro nevralgico della discussione nazionale sul ruolo dell’avvocatura, sulle riforme in atto e sulla direzione futura della giustizia. L’appuntamento, organizzato dal Consiglio Nazionale Forense, con la collaborazione della Scuola Superiore dell’Avvocatura, dell’Unione degli Ordini Forensi della Sicilia e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Siracusa, ha già visto tra i protagonisti il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, mentre domani sarà il turno del ministro Carlo Nordio, oltre al presidente del CNF Francesco Greco, e i rappresentanti della categoria forense.
Il viceministro Sisto ha ribadito l’importanza del dialogo con tutti gli attori della giustizia, senza però arretrare sul ruolo del legislatore: “Bisogna essere dialoganti, ma nel rispetto delle regole. Il Parlamento ha il compito di fare le leggi. La separazione delle carriere era nel programma di governo e la porteremo avanti rispettando l’articolo 138 della Costituzione. L’ANM potrà esprimere le sue legittime posizioni, come fa l’opposizione in Parlamento, ma alla fine sarà la democrazia, attraverso il voto e gli strumenti istituzionali, a decidere”.
Nel suo intervento, Sisto ha anche sottolineato il ruolo dell’avvocatura nella tutela dei diritti fondamentali: “Il diritto di difesa non si contrappone alla magistratura, ma serve a garantire il cittadino. Tutti hanno un ruolo nella giustizia, come in una scacchiera: l’importante è che ognuno rispetti le regole“.
Interpellato sui tempi della giustizia, Sisto – avvocato di lungo corso – ha ricordato: “La toga si porta sotto pelle. Non esiste processo giusto senza garanzie. Per accelerare i tempi serve rafforzare il sistema: più magistrati, più strutture, più tecnologia, ma senza sacrificare l’oralità e l’umanità del processo. L’efficienza non può diventare un’ossessione che calpesta i diritti“.
Il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Francesco Greco, ha espresso una posizione chiara sulla riforma della giustizia: “L’Italia è un’anomalia in Europa. In tutti i paesi a democrazia avanzata le carriere di giudici e pubblici ministeri sono separate. Questo garantisce equidistanza e tutela il principio del giusto processo. Non è una riforma contro la magistratura, ma una riforma per il cittadino“.
Un altro tema centrale è stato quello dell’accesso alla professione forense. Greco ha annunciato una proposta di riforma che punta a rendere il percorso di accesso più concreto e qualificante: “Chi vuole fare l’avvocato deve fare pratica sul campo. Non è ammissibile diventare avvocati senza aver mai messo piede in un’aula di giustizia. Vogliamo un esame di abilitazione pratico e selettivo, che premi la preparazione reale“.
Sul fronte dell’abuso d’ufficio, il consigliere nazionale forense Francesco Favi, del Distretto di Catania, ha commentato la recente decisione della Corte Costituzionale che ha dichiarato legittima la riforma: “Era una decisione attesa. Tuttavia, resta un vuoto di tutela che il legislatore dovrà colmare, magari con strumenti amministrativi più efficaci. Il rischio è che il cittadino sia meno protetto“.
Favi ha anche ricordato che l’abuso d’ufficio veniva considerato un “reato spia”: “È vero, ma gli altri reati non sono stati abrogati. Tuttavia, va evitato che la discrezionalità della pubblica amministrazione diventi arbitrio. Serve controllo“.
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni