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“Gli animali al circo non sono maltrattati, ecco come vengono controllati”: l’intervista al veterinario Di Maria

Il compito dei veterinari dovrebbe essere quello di concentrarsi esclusivamente sul benessere animale, utilizzando criteri scientifici e misurabili, senza confondere questo tema con reazioni soggettive legate agli spettacoli

Il benessere degli animali presenti nei circhi al centro dell’intervista con il veterinario Salvatore Di Maria. Una questione complessa e delicata che deve essere valutata oggettivamente, utilizzando parametri definiti e osservazioni prolungate e scientifiche in un processo che richiede competenze specifiche e libero da pregiudizi o ideologie personali. Difficile, quindi, intervenire solo in base alle immagini che alla fine dello scorso anno sono arrivate dal circo di Licola, in provincia di Napoli, con il domatore che provava a tenere a bada i leoni.

Di Maria si è occupato anche personalmente della vicenda e ai nostri microfoni ha spiegato cosa sarebbe potuto accadere se il domatore non fosse intervenuto tempestivamente, in un caso che poi è più mediatico e scenico che altro. Negli animali che provengono da generazioni di cattività, ha spiegato, inoltre, la relazione con l’uomo non è solo un arricchimento ambientale, ma un legame affettivo importante e la separazione forzata da questo contesto può provocare gravi conseguenze fisiche e psicologiche, come evidenziato da studi su animali sequestrati e trasferiti in centri di recupero, dove spesso si registra un crollo del loro stato di salute. Numerosi studi, sia italiani sia internazionali, condotti negli ultimi decenni, hanno rilevato che gli animali nei circhi possono godere di buone condizioni di benessere. Certo, una cosa però sono i circhi europei, un altro quelli provenienti dall’est Europa, dove il livello di tutela è molto più basso. Difficile però al momento farne a meno, molte specie presenti nei circhi derivano da generazioni di nascite in cattività, con tratti comportamentali e fisici già influenzati dall’interazione con l’uomo e dopo generazioni di cattività è normale avere significativi cambiamenti comportamentali, inclusa una maggiore docilità verso l’uomo.

L’adattamento alla vita in cattività non è legato unicamente all’addomesticamento, ma anche a fattori comportamentali intrinseci, come la capacità di apprendimento e adattamento, che permettono agli animali di vivere in nuovi contesti senza necessariamente subire condizioni di stress. In Italia, da oltre dieci anni i veterinari del Servizio Sanitario Nazionale effettuano regolari controlli sugli animali nei circhi, riscontrando raramente irregolarità significative. Il compito dei veterinari dovrebbe essere quello di concentrarsi esclusivamente sul benessere animale, utilizzando criteri scientifici e misurabili, senza confondere questo tema con reazioni soggettive legate agli spettacoli. Una volta garantito il benessere degli animali, la valutazione sul valore o sull’anacronismo degli spettacoli spetta al pubblico. Con Di Maria c’è stato pure il tempo per parlare di aneddoti relativi alle sue esperienze con ippopotami, tigri, giraffe e leoni e su come approcciarsi a loro per effettuare “banali” prelievi o controlli. Tutto in sicurezza, tutto con l’obiettivo di tutelare l’animale.


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