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I Calafatari, una storia che racconta la maestria degli artigiani siracusani

Gli artigiani lavoravano nella darsena di Ortigia, proprio sotto il vecchio Ponte dei Calafatari

Il “Ponte dei Calafatari” è un simbolo che rimanda a una parte significativa della storia siracusana, legata agli artigiani che lavoravano con maestria nella darsena di Ortigia. Il ponte, oggi non più esistente, prende il nome proprio dai calafatari, figure specializzate nella costruzione e manutenzione delle imbarcazioni in legno.

I calafatari erano noti per l’eleganza delle forme e la solidità delle loro imbarcazioni. Operavano lungo la darsena di Ortigia, un luogo che per anni ha ospitato questi artigiani e le loro opere. Il ponte, costruito per collegare la Riva della Posta con Punta Forte del Gallo superiore, venne concepito anche come via di fuga per ridurre il traffico sul ponte Umbertino e garantire un’uscita rapida dall’isolotto in caso di calamità.

Abbattuto nel 2014, il ponte è stato sostituito solo alla fine del 2024 con una nuova struttura ciclopedonale, destinata a pedoni e ciclisti ma progettata anche come via d’emergenza per il piano di Protezione Civile. Tuttavia, per i siracusani, quella zona resta legata al nome e alla memoria dei calafatari che per decenni vi hanno lavorato, lasciando un’impronta indelebile nella tradizione locale.

 

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Da Riva delle Poste e Riva Forte Gallo

 

Chi erano i calafatari?

I calafatari erano artigiani altamente specializzati, noti per la loro maestria nella costruzione e manutenzione delle imbarcazioni in legno. Il termine deriva dall’arte del calafatare: sigillare le fessure tra le tavole dello scafo per garantire l’impermeabilità delle navi. Questa operazione, essenziale per la sicurezza delle imbarcazioni, richiedeva abilità, precisione e un’attenzione maniacale ai dettagli.

Questi maestri lavoravano nella darsena di Ortigia, proprio sotto il vecchio Ponte dei Calafatari. Alcuni di loro venivano anche imbarcati su grandi navi insieme ai maestri d’ascia, mentre per le barche più piccole operavano direttamente a terra.

Le barche di Siracusa e il legame con il Ponte dei Calafatari

La tradizione legata al Ponte dei Calafatari si riflette nelle imbarcazioni siracusane, che si distinguevano per un design unico rispetto a quelle dei vicini porti di Augusta e Catania, e persino rispetto alle tipiche barche mediterranee. Progettate per resistere ai forti venti di grecale e scirocco, queste barche erano più alte (circa il 20% in più rispetto alle altre della costa ionica) e più affusolate, caratteristiche che le rendevano particolarmente adatte a respingere le onde e a prevenire l’ingresso dell’acqua.

Queste imbarcazioni venivano realizzate principalmente per la pesca, un’attività fondamentale per Siracusa, dove il pesce ha sempre rappresentato una risorsa essenziale per la comunità.

Il Ponte dei Calafatari oggi: tra memoria e modernità

Anche se il ponte originario non esiste più, il nome “Ponte dei Calafatari” rimane un tributo agli artigiani che con la loro abilità hanno reso Siracusa un punto di riferimento per la costruzione navale tradizionale

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Da riva della Posta a via Eritrea

 


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