Si è conclusa ieri la peregrinazione del Corpo di Santa Lucia, che ha visitato la terra siciliana e in particolare le diocesi di Siracusa, di Catania, di Acireale e dell’Ordinariato Militare. L’Arcivescovo Lomanto ha accompagnato dal 14 al 30 dicembre la Sacra Reliquia, consegnando un magistero sulla santità di Santa Lucia e la vita cristiana.
Di seguito l’ultima omelia che l’Arcivescovo ha tenuto nella Cappella della Base dell’Aeronautica Militare di Sigonella per il congedo del Corpo di Santa Lucia che è stato traslato a Venezia. L’Arcivescovo ha concluso la sua omelia con una preghiera e un particolare saluto alla Santa Siracusana: “Buon rientro Santa Lucia, illuminaci sempre con la tua luce e sappi che Siracusa, la Chiesa, la città sempre ti attende”:
“Non c’è atto più bello, più grande, per salutare Santa Lucia che la celebrazione della Santa Messa, per ringraziare il Signore, per ringraziare tutti coloro che si sono prodigati nell’aiutarci a vivere questi giorni di grazia: innanzitutto ringraziamo il Patriarca di Venezia, il Rettore del Santuario di Santa Lucia in Venezia, la Deputazione della Cappella di Santa Lucia, in modo speciale, l’Aeronautica Militare che con l’utilizzo dei propri mezzi, ha consentito la traslazione in sicurezza, ordine e prontezza. Ciascuno ha dato il proprio contributo in modo semplice, speciale, bello, solenne ed elegante per onorare questo grande e solenne evento della peregrinazione del Corpo di Santa Lucia nella nostra terra e nelle Chiese di Siracusa, di Catania e di Acireale.
La Parola di Dio, che abbiamo ascoltato, ci invita a cercare il Signore, ad adorare il Signore e a compiere la sua volontà per rimanere sempre nel Signore. A conclusione della visita del Corpo di Santa Lucia, desidero consegnare la Parola di Dio proclamata, oggi, a voi tutti componenti dell’Aeronautica Militare, al Comandante Spreafico, a tutti e a ciascuno, condividendo tre atti significativi legati anche al servizio della vostra professione.
Innanzitutto l’atto dell’accompagnamento del Corpo di Santa Lucia e il dono che avete esercitato nel vostro servizio. Accompagnare il Corpo di Santa Lucia significa stare vicino alla Santa, stare vicino ai Santi, stare vicino per capire, per vedere, per scorgere come vivono, come ci amano e comprendere come anche noi dobbiamo vivere, come anche noi dobbiamo corrispondere a Dio. Attraverso i santi possiamo comprendere anche il segno vivo della presenza dei fratelli: nel volto di un fratello scopriamo sempre qualcosa del volto e dell’amore di Dio. Lasciamoci allora illuminare da Santa Lucia – il suo nome è luce – camminiamo sempre di più verso Santa Lucia, verso i Santi, per avvicinarci e godere del mistero di grazia che ha attraversato la loro vita.
Il secondo atto che l’Aeronautica compie è descritto nel proprio motto che fa guardare e volare in alto: “Virtute Siderum Tenus” (“Con valore verso le stelle”). Il vostro motto proietta lo sguardo con virtù e con valore verso le stelle, verso l’alto, verso i cieli. In queste parole si può anche cogliere il messaggio profondo della vita cristiana, del tendere verso l’alto. Lo diciamo sempre anche durante ogni Celebrazione Eucaristica, all’inizio del prefazio, “In alto i nostri cuori” (“sursum corda”). In maniera straordinaria ce lo ricordava San Giovanni Paolo II: “duc in altum!”. Aspirare alla misura alta della vita cristiana è la meta di ogni cristiano. Non ci sono mezze misure. La misura autentica è la pienezza, è la totalità, è la perfezione. Santa Lucia ci insegna a guardare oltre, a guardare in alto, per corrispondere pienamente alla chiamata e al dono di Dio.
C’è un terzo atto, che è quello di discendere, del tornare alla vita ordinaria, perché anche dalla Base bisogna garantire, l’ordine, il servizio, la pace, la giustizia. Così anche nella vita cristiana bisogna discendere dal monte dal Tabor, per tornare nella propria vita giornaliera e costruire con pazienza, con forza, con prudenza il nostro avvenire, per tendere sempre più nella originalità della nostra vita, nella concretezza e nell’ordinarietà e costruire il di più al quale siamo chiamati. Siamo giunti alla conclusione di questi giorni. Nel nostro cuore permane il desiderio di custodire questa luce interiore, questa luce grande e profonda che promana dalla vita di Santa Lucia: una luce in fondo al cuore che non si spegne mai che è il desiderio di ciascuno di noi di accogliere e di avere sempre con sé Santa Lucia.
Ma noi, oggi, le diamo il nostro saluto e il nostro arrivederci. Custodire nel proprio cuore la luce è un impegno che ci deve avvicinare sempre di più ai santi, a Santa Lucia, perché con lei possiamo mettere in pratica quanto ci ricorda la Parola di Dio e che cioè siamo concittadini di Dio e familiari dei santi. Tutto questo noi possiamo viverlo nella fede e nella vita di ogni giorno. Per questo, allora, diamo il nostro saluto a Santa Lucia che è venuta a visitarci con la Reliquia del Suo Corpo. Nel nostro cuore e nella nostra vita, però, viviamo sempre l’attesa di rincontrarla. L’attesa per noi cristiani è avvento non solo liturgico ma è anche avvento della nostra vita di ogni giorno, che ci porta sempre all’attenzione verso quella pienezza, quella totalità, quella perfezione che ci ha indicato il Signore Gesù, di essere perfetti com’è perfetto il Padre nostro che è nei cieli. Grazie di cuore a tutti! Buon rientro Santa Lucia, illuminaci sempre con la tua luce e sappi che Siracusa, la Chiesa, la città sempre ti attende”.
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