“La Uil celebra la firma del protocollo Versalis come una garanzia per il mantenimento dell’occupazione e lo sviluppo industriale del territorio. Tuttavia, la realtà è ben diversa: l’accordo siglato, privo di certezze sulle ricadute occupazionali, di un reale progetto di bonifiche delle aree dismesse e di un percorso credibile di chimica verde, rischia di trasformare il polo siracusano in un’area industriale marginale, senza prospettive strategiche“.
A dirlo è il segretario provinciale della Cgil di Siracusa, Roberto Alosi, che di fatto spiega le diversità di vedute da parte delle organizzazioni sindacali in merito all’accordo su Versalis prospettato lunedì scorso al Mimit e firmato da tutti i sindacati a eccezione appunto della Cgil.
Le parole del segretario Cgil, qualora fosse necessaria un’altra conferma, evidenziano una spaccatura netta sul fronte sindacale siracusano sia per quanto riguarda la vicenda Versalis, sia per quanto concerne l’altra vertenza, quella riguardante gli esuberi annunciati da Sasol. Anche in quest’altro caso, infatti, i sindacati non hanno una visione unica di insieme.
Per Alosi la riconversione proposta da Versalis non garantisce in alcun modo l’occupazione dei lavoratori e a suo dire il protocollo non contiene dati certi sui livelli occupazionali futuri, “né prevede una vera riqualificazione dei lavoratori. Il precedente di Gela insegna – dice ancora il segretario della Cgil di Siracusa -: la bio-raffineria ha portato alla perdita di 371 posti di lavoro diretti e 700 nell’indotto. Se il modello è lo stesso, come può la UIL sostenere che ci siano garanzie concrete per Priolo?”
Senza troppi giri di parole il massimo esponente della Cgil siracusana definisce quanto prospettato da Versalis un piano industriale “vago e senza investimenti definiti“. Questo perchè a detta di Alosi nel piano di riconversione si parla di una transizione “green”, “ma senza dettagli su quali impianti saranno riconvertiti, con quali tempi e con quali fondi. Inoltre, mentre il polo di Ragusa rimane senza una quantificazione chiara degli investimenti, si affida il futuro industriale di Priolo a una generica riconversione, senza che Versalis abbia assunto impegni stringenti. La Cgil chiede certezze, non slogan.”
Il rischio per Alosi sta nel fatto che a seguito della strategia delineata nel protocollo Versalis, il polo industriale siracusano rischi di trasformarsi in un “modello periferico”, invece di puntare su una riconversione che mantenga un ruolo centrale nella chimica e nell’energia.
“Si ignora che, senza una vera filiera produttiva, Priolo rischia di perdere il suo valore strategico – dice ancora -, lasciando spazio a un futuro di incertezza. Non basta firmare, servono garanzie concrete. La Uil fa appello all’intervento del Governo per sostenere il territorio, ma la firma del protocollo senza impegni precisi rende difficile qualsiasi pressione futura”.
La Cgil ha reso noto che la scelta di non avallare il piano nasce dalla considerazione che, in assenza di variazioni, rischierebbe di accompagnare Siracusa verso un declino annunciato. “Il vero impegno sta nel proporre modifiche che assicurino sviluppo e occupazione – sempre Alosi -, non nel firmare accordi generici per poi sperare in future correzioni. La Cgil non firma per il gusto di dire “no”, ma perché vuole un piano vero, con investimenti quantificati, impegni occupazionali precisi e una strategia che dia futuro al polo siracusano. Nei prossimi giorni – conclude – presenteremo le nostre proposte di modifica: se la UIL e gli altri firmatari vogliono davvero tutelare il lavoro, si uniscano a noi per chiedere garanzie reali.”
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