Il Siracusa non sa più vincere. Otto sconfitte nelle prime nove partite, ultimi in classifica e, soprattutto, una squadra che continua a non trovare una reazione d’orgoglio. L’immagine simbolo di questa ennesima serata amara è la curva “Anna” che abbandona gli spalti quindici minuti prima della fine, stanca di vedere una squadra che gioca bene a sprazzi ma non riesce mai a concretizzare.
La sfida con il Sorrento era già una sorta di ultima chiamata, con il clima teso sin dal prepartita: sciopero del tifo per i primi trenta minuti e mugugni in tribuna. Turati, costretto a rinunciare a Sapola, Gudelevicius e Iob, ridisegna il Siracusa con un 4-2-3-1 in cui Contini agisce alle spalle di Capanni, con Valente e Guadagni sugli esterni.
E paradossalmente l’avvio è incoraggiante: al 5’ Valente colpisce il palo e sulla stessa azione Capanni e lo stesso Valente mancano il vantaggio. Dopo l’occasione iniziale, però, gli azzurri si spengono, lasciando spazio a una gara sempre più spezzettata. Il Sorrento si difende con ordine e sfiora il gol con D’Urso e Tonni, mentre il Siracusa non riesce a trovare profondità.
Nella ripresa Turati inserisce Molina per Capanni e l’ex bomber sfiora subito la rete di testa, ma è un fuoco di paglia. Con il passare dei minuti gli ospiti prendono campo e al 67’ arriva la beffa: filtrante di Solcia, taglio perfetto di D’Ursi che batte Farroni in uscita. Il Fvs conferma, e per gli azzurri è notte fonda.
Nel finale i cambi di Turati (Frisenna, Di Paolo, Parigini e Zanini) non cambiano l’inerzia. Il Siracusa ci prova più con la disperazione che con lucidità, ma il Sorrento controlla e porta via tre punti pesantissimi.
Il fischio finale arriva tra fischi e silenzi: il pubblico lascia lo stadio deluso, i giocatori a testa bassa. Domenica prossima contro la Casertana servirà una scossa vera, perché adesso la pazienza della piazza sembra davvero al limite.
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