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Siracusa, crisi senza fine: il Sorrento passa al De Simone

La curva abbandona lo stadio prima del fischio finale

Foto Fb Siracusa Calcio

Il Siracusa non sa più vincere. Otto sconfitte nelle prime nove partite, ultimi in classifica e, soprattutto, una squadra che continua a non trovare una reazione d’orgoglio. L’immagine simbolo di questa ennesima serata amara è la curva “Anna” che abbandona gli spalti quindici minuti prima della fine, stanca di vedere una squadra che gioca bene a sprazzi ma non riesce mai a concretizzare.

La sfida con il Sorrento era già una sorta di ultima chiamata, con il clima teso sin dal prepartita: sciopero del tifo per i primi trenta minuti e mugugni in tribuna. Turati, costretto a rinunciare a Sapola, Gudelevicius e Iob, ridisegna il Siracusa con un 4-2-3-1 in cui Contini agisce alle spalle di Capanni, con Valente e Guadagni sugli esterni.

E paradossalmente l’avvio è incoraggiante: al 5’ Valente colpisce il palo e sulla stessa azione Capanni e lo stesso Valente mancano il vantaggio. Dopo l’occasione iniziale, però, gli azzurri si spengono, lasciando spazio a una gara sempre più spezzettata. Il Sorrento si difende con ordine e sfiora il gol con D’Urso e Tonni, mentre il Siracusa non riesce a trovare profondità.

Nella ripresa Turati inserisce Molina per Capanni e l’ex bomber sfiora subito la rete di testa, ma è un fuoco di paglia. Con il passare dei minuti gli ospiti prendono campo e al 67’ arriva la beffa: filtrante di Solcia, taglio perfetto di D’Ursi che batte Farroni in uscita. Il Fvs conferma, e per gli azzurri è notte fonda.

Nel finale i cambi di Turati (Frisenna, Di Paolo, Parigini e Zanini) non cambiano l’inerzia. Il Siracusa ci prova più con la disperazione che con lucidità, ma il Sorrento controlla e porta via tre punti pesantissimi.

Il fischio finale arriva tra fischi e silenzi: il pubblico lascia lo stadio deluso, i giocatori a testa bassa. Domenica prossima contro la Casertana servirà una scossa vera, perché adesso la pazienza della piazza sembra davvero al limite.


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