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La Cassazione annulla la misura cautelare per il sindaco di Sortino Vincenzo Parlato

Al primo cittadino si contestano i reati di falsità ideologica per induzione commessa dal pubblico ufficiale e abuso d’ufficio

I giudici della Corte di Cassazione hanno annullato con rinvio la misura cautelare nei confronti del sindaco di Sortino, Vincenzo Parlato, difeso dall’avvocato Domenico Mignosa.

La Procura di Siracusa, infatti, ha perso l’appello sulla misura cautelare nei confronti del primo cittadino del comune aretuseo. Parlato, a fine ottobre dello scorso anno era stato sottoposto alla misura restrittiva a seguito dell’indagine della Guardia di Finanza di Siracusa, diretta della Procura aretusea gli contesta i reati di falsità ideologica per induzione commessa dal pubblico ufficiale e abuso d’ufficio.

Per l’accusa il primo cittadino nell’ottobre 2020 avrebbe falsificato l’esito della procedura selettiva per la nomina del revisore contabile del Comune, che dev’essere svolta mediante sorteggio secondo quanto previsto dalla normativa regionale. Il fulcro dell’indagine è nel video della seduta consiliare in cui, secondo l’accusa, il primo cittadino, chiamato a estrarre un bigliettino dall’urna, avesse già un foglio bianco tra le mani. Una volta inserito il braccio nel bussolotto, ne estraeva uno identico per colore, forma e dimensioni rispetto a quello tenuto in mano.

Secondo i finanzieri il bigliettino estratto era stato stampato su una tipologia di carta differente rispetto a tutti gli altri e la cifra impressa sullo stesso presentava un carattere diverso. Da qui l’obbligo di dimora disposto dal Gip e la successiva sospensione dal ruolo emessa dalla Prefettura in virtù della legge Severino. Una misura che lo stesso giudice aveva revocato dopo appena una settimana – così come il Prefetto – e contro cui la Procura aretusea ha presentato ricorso. Vinto a secondo turno ma perso in Cassazione


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