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La Premiata Forneria Marconi canta Fabrizio De Andrè: una simbiosi emotiva in musica all’Ara di Ierone di Siracusa

“Lui non era solo testo e non era solo musica, aveva un mondo dentro”, affermano. Musicisti prima che strumentisti, si definiscono

La Premiata forneria Marconi canta Fabrizio De Andrè, a 45 anni dall’ultimo tour, una simbiosi emotiva e in musica che andrà in scena, alle 21, all’Ara di Ierone, nell’ambito di “Ara World Fest” a cura del Parco archeologico di Siracusa.

L’incontro tra i due fece discutere già allora: Faber cantautore italiano, la Pfm un gruppo con uno stile molto più rock. Una contaminazione che, a qualcuno, fece storcere il naso.

“Ma no, ma guarda che il loro genere non è adatto per te e rovinerà la tua musica, dicevano a Faber”, riportano Franz Di Cioccio e Patrick Djivas. I due, oggi pomeriggio, hanno tenuto un breve punto stampa durante il quale, con poco, solo con la forza dell’empatia, sono riusciti a fare emozionare i giornalisti.

“In questo momento per noi Fabrizio è seduto in quella sedia, qui con noi”, dicono indicando una poltroncina rossa a due passi dai giornalisti. E in effetti questo legame è evidente dal modo in cui raccontano il cantautore genovese.

“Lui non era solo testo e non era solo musica, aveva un mondo dentro”, affermano. Musicisti prima che strumentisti, si definiscono.

“Quando decidi di fare musica – spiegano – è per dare spazio a quel qualcosa che senti e che scopri di avere dentro”. Una cosa senza nome, forse, troppo grande per avere un titolo. Una vera e propria vocazione che nei componenti della Pfm è venuta fuori a soltanto 14 anni.

Ma oggi, ai tempi del palinsesto personalizzato – grazie alle piattaforme internet – hanno il compito e la responsabilità di portare in giro per l’Italia “il verbo” di Fabrizio.

Ci sarà spazio anche per un capitolo a parte della musica di De Andrè, e cioè la Buona Novella che, questa sera, verrà ri-arrangiata e riproposta a due passi dal Teatro greco che, si sa, è il luogo deputato per le lamentele dei puristi nei confronti delle tragedie greche rivisitate e modernizzate. Ma questa sera probabilmente i vecchi puristi della musica, coloro che negli anni ‘70-‘80 criticarono il sodalizio tra De Andrè e la Pfm si ricrederanno. E chissà che un giorno la conversione non possa avvenire anche per gli spettacoli classici. Sotto il segno della contaminazione che altro non è che arricchimento.


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