Antonio Nicita, candidato siracusano al Senato è capolista con il Partito Democratico per la Sicilia Orientale. Le sue priorità: lavoro, risanamento ambientale, rilancio industriale, promozione delle specificità del territorio.
“Il primo punto di una strategia di rilancio – sottolinea Nicita – è quello di scongiurare la sospensione dell’attività Lukoil. È in cima all’agenda perché va impedito che a fine novembre ci sia l’ultimo rifornimento a causa dell’interruzione delle normali linee di credito per trattare petrolio di provenienza non russa. Deve esserci un intervento pubblico di transizione seguendo in parte il modello del governo tedesco. Se non si riesce ad offrire garanzie di credito per le operazioni – si tratta di circa 800 milioni – perché i tempi della due diligence sugli asset sono troppo stretti, allora occorre sollecitare un’operazione di acquisizione pubblica, anche parziale di quote del capitale, e in quel quadro offrire garanzie di credito al fine di completare, in sei mesi, la valutazione degli asset. Non è chiaro se vi sono interessi di investitori stranieri, ma questo periodo cuscinetto può servire anche a questo fine. Personalmente ritengo che una piccola partecipazione pubblica sia strategica sotto diversi profili, inclusi quello della sicurezza internazionale, della tutela ambientale e della salvaguardia dei posti di lavoro”.
Secondo Nicita “ciò che ha impedito fin qui una chiara strategia è stato il sovrapporsi di due questioni sul tema sanzioni: quello della proprietà, risolto nei fatti, e quello dell’embargo sul petrolio russo. La novità tedesca dimostra l’interesse strategico e al tempo stesso i rumors su possibili acquisizioni di privati rivelano una disponibilità della società a cessione, anche parziale, di capitale. Entrambi elementi di novità da approfondire. Io credo che la cosa migliore sia che la società proceda a un monitoring trustee sulle attività di gestione, congelando asset e decisioni sugli asset, in modo da permettere un dialogo con fondi privati e soggetto pubblico che porti nel breve periodo a scongiurare la chiusura dell’attività e in seguito a una compagine diversificata cui associare strategie di investimento e sostenibilità ambientale. Serve una grande Patto Territoriale ambientale per la piena occupazione nell’area, sulla base dell’esempio della Emilia Romagna, che definisca una strategia fatta di risanamento ambientale, transizione ecologica, autonomia energetica, sperimentazione di nuove forme di produzione energetica per esempio sull’idrogeno, integrando i fondi Pnrr con i 40miliardi dei fondi europei per il periodo 2021-27 destinati al Sud”.
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