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“Le Nozze di Figaro”: concerto chiacchierata di Italia Nostra Melilli

Domenica è stata la volta di Le Nozze di Figaro. L’Opera Buffa scritta da Da Ponte e musicata da Mozart all’età di appena 29 anni

Piacevolissima e appagante la serata di formazione/informazione sul teatro, a cui i soci di “Italia Nostra Melilli” hanno partecipato numerosi nella serata di domenica 26 febbraio nella saletta del Comune intitolata a Rosario Carta.

Come di consueto il gruppo “Italia Nostra Melilli” fa precedere la partecipazione a teatro da un incontro volto ad acquisire conoscenze più approfondire e curiosità stuzzicanti che permettano di meglio gustare la pièce teatrale.

Domenica è stata la volta di Le Nozze di Figaro. L’Opera Buffa scritta da Da Ponte e musicata da Mozart all’età di appena 29 anni. L’incontro introdotto dall’instancabile presidente Nella Tranchina è stato condotto dal dott. Alberto Limoli con la partecipazione dei due soprano Giulia Immè e Aurora Netti. Limoli, profondo conoscitore dell’opera classica, ha saputo abilmente, intrattenere e veicolare ogni elemento che dava forma, colore al diversamente sterile racconto della trama.

Con fare divertito, risultato divertente ai molti, ha introdotto e intercalato la proiezione di alcune scene delle nozze di Figaro, con la caratterizzazione del genere musicale e teatrale più in voga a Vienna e con la presentazione del contesto storico-culturale e sociale del 700 in cui nasce la fruttuosa collaborazione tra Da Ponte e Mozart che porterà anche alla creazione del “Don Giovanni” e di “Cosi fan tutte”

Abile nel cogliere e veicolare ciò che di pittoresco è insito nei fatti da raccontare, seppur sempre aderendo al dato reale e storico, il dottor Alberto Limoli ha stimolato la curiosità ed evocato scenari, stuzzicando divertito, l’immaginazione e, così facendo, ha arpionato l’attenzione dell’uditorio tenendola desta per tutto il tempo. Racconta recitando egli stesso, dosando e, di volta in volta, accordando i toni della voce, i gesti delle braccia e i movimenti del corpo al contenuto che espone a rafforzarne il significato.

E così facendo ci addentra nel ‘700 che vede la nascita della felice e fruttuosa collaborazione tra Mozart e Da Ponte. Il primo in cerca di libretti che avessero qualcosa di nuovo e diverso e con la voglia di misurarsi con l’Opera italiana che era il genere musicale più in voga, in cui si andavano cimentando eminenti musicisti di diverse nazionalità. Il secondo capace di convincere l’Imperatore Giuseppe II, a cui era andato ad offrire la sua opera buffa: il Figaro appunto, di metterla in scena perché, per quanto il testo del libretto era stato tratto da una commedia di Beaumarchais che l’imperatore aveva vietato perché in essa veniva beffeggiato un nobile ad opera di borghesi fomentando, a suo dire, l’odio tra le classi sociali, il suo testo invece, essendo scritto per essere poi musicato, era stato accorciato ed epurato di molta satira e di parole sconvenienti.

L’opera racconta la storia di un nobile, il Conte d’Almaviva che, con manovre sibilline, vorrebbe rivendicare nei confronti di Susanna, la cameriera di cui era invaghito e prossima sposa di Figaro, lo “ius primae noctis”, da lui stesso già abolito. D’altronde il 700 è il secolo dei lumi che incoraggia il libertinaggio.

Un secolo, abilmente raccontato in modo ironico e coinvolgente per evidenziare le nefandezze che sicelarono dietro il termine Illuminismo e per evidenziare come, chiunque traIntellettuali emigranti e avventurieri, viaggiatori curiosi, musicisti e poeti, era pronto ad ogni mestiere secondo necessità e opportunità. Lo stesso Da Ponte che fu sacerdote, poiché visse nel secolo dei lumi che incoraggiava il fare libertino, fu anche grande amico di Giacomo Casanova, e nel 79 accusato di concubinaggio, poi di sequestro di una donna rispettabile e d’aver vissuto in un bordello dove organizzava intrattenimenti.

Eppure, sottolinea il dott. Limoli, nelle Nozze di Figaro, il Da Ponte, per denigrare le manovre sibilline del conte, utilizzerà arguzia e criterio e un testo che mai sarà irriverente. Un’inversione delle funzioni della parola e della musica, per cui la parola si limiterà a suggerire mentre la musica affermerà esplicitamente, spesso usando le ripetizioni, le sottolineature.

Fondamentale dunque il ruolo della musica nel veicolare messaggi. Il passare dalla musica ffettuosa,patetica a quella esaltante e poi il tempo sospeso come quello in cui Figaro annaspa per trovare una scusa plausibile da dare in risposta, sono tutti, modi di esprimere emozioni che, associate alle parole argute, ma soprattutto alla gestualità trasmettono significati che aiutano la comprensione degli accadimenti.

Lo stesso regista Strehler sottolineava come il movimento centralizzato del corpo anticipa la parola. Con la contrazione del busto prima e il movimento degli arti poi si riesce a veicolare significati e messaggi a chi assiste alle scene.

Tra le innovazioni apportate all’opera inoltre, il dottor Limoli non ha trascurato di indicare l’invenzione del concertato, in cui i personaggi cantando si rispondono, si intersecano, si sovrappongono e ancora, l’utilizzo del duetto, non più usato per cantare alternativamente ma usato invece per fare il verso a chi canta per primo “capovolgendone il senso”. Tutti stratagemmi per elevare il livello di comprensione dell’opera teatrale.

Momenti carezzevoli infine, sono state le “tanto applaudite” esibizioni del soprano Giulia Immè con “Non so più cosa son cosa faccio” e “Deh vieni non tardar”, e del soprano Aurora Netti con “Voi che sapete che cosa è amor” e Canzonetta sull’aria.

Un nutrito gruppo di Italia Nostra Melilli si recherà al teatro massimo Bellini il 3 e il 5 marzo pronti a gustare e godere della più famosa delle tre opere buffe scritte da Mozart sul libretto di Lorenzo Da Ponte, “Le Nozze di Figaro, ossia la folle giornata”.


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