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Legambiente sull’Ias di Priolo: “no a possibili sanatorie. Si chiuda la società pubblica affidando la gestione a privati”

Legambiente, infine, chiede che le aziende del polo petrolchimico si dotino al più presto, di impianti di pretrattamento o adeguino gli esistenti secondo le migliori tecnologie

È trascorso un mese dal sequestro dell’impianto di depurazione consortile Ias di Priolo Gargallo e dall’emissione delle misure cautelari nei confronti di ex presidente, ex ed attuale direttore Ias, amministratori e dirigenti delle aziende del polo petrolchimico. Il decreto di sequestro dell’impianto ha ritenuto la totale inadeguatezza dell’impianto sequestrato allo smaltimento dei reflui industriali provenienti dalle aziende petrolchimiche, tanto da stabilire che, al fine di evitare il grave inquinamento dell’aria e del mare il depuratore dovrà continuare a operare solo con riferimento ai cosiddetti reflui domestici, senza più poter consentire l’immissione dei reflui provenienti dalle grandi aziende del polo industriale. All’atto dell’adozione delle misure cautelari, secondo la prospettazione della Procura di Siracusa, accolta dal Gip, “il disastro ambientale aggravato” riguardante l’inquinamento atmosferico e marino, risultava “in corso di consumazione”

Legambiente, in seguito al rilascio dell’ Autorizzazione Integrata Ambientale esprime tutta la propria preoccupazione per il possibile perpetuarsi dei danni ambientali e sanitari ipotizzati dalla procura, in assenza, allo stato, dell’adozione di tutte le misure ritenute idonee per garantire il funzionamento pienamente efficiente del depuratore e al contempo esprime la propria più ferma contrarietà a eventuali provvedimenti normativi che, in pregiudizio della salute delle popolazioni e della tutela degli ambienti interessati, dovessero “sanare” l’attuale esercizio illegale (o non conforme alle norme in materia di trattamento dei reflui industriali).

Prende atto del silenzio dell’intera classe dirigente locale e nazionale (sia politica che imprenditoriale) in ordine alla futura gestione dell’impianto consortile, tornando a chiede che la Regione Sicilia, che ne è proprietaria, chiuda la società Ias spa, stabilendo regolamenti e linee guida per i contratti d’utenza e con bando pubblico affidi a privati la gestione del depuratore consortile dietro pagamento di canone. Legambiente, infine, chiede che le aziende del polo petrolchimico si dotino al più presto, di impianti di pretrattamento o adeguino gli esistenti secondo le migliori tecnologie.


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