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L’Uomo e la Pietra negli Iblei: a Canicattini un Museo per Riscoprire la Percezione dei Luoghi e della Materia

Verrà presentato domani, mercoledì 23 dicembre, in “anteprima” agli organi di stampa il “Museo dei Sensi e dell’Arte Lapidea” che giorno 28 Dicembre, alle 17.30, sarà inaugurato a Canicattini Bagni.

Alla presentazione interverranno il sindaco Paolo Amenta, l’assessore alla Cultura, Antonino Zocco, e il direttore del Gal Val d’Anapo e Hyblon Tukles, Sebastiano Di Mauro.

Il Museo Civico dei Sensi e dell’Arte Lapidea, di proprietà del Comune di Canicattini Bagni, nasce grazie al recupero e l’adeguamento di due immobili prospicienti, in pieno centro a Canicattini Bagni, da parte del Gal Hyblon Tukles con i progetti PIT 28, con la creazione di una struttura museale che si fonda sull’idea di impiegare i tre piani dell’edificio, come stadi temporali, culturali e sensitivi, che delineano un percorso di conoscenza del territorio e delle sue valenze culturali ed ambientali, attraverso la percezione sensoriale oltre che l’informazione storica e il piacere estetico.

Il Museo, in uno dei due edifici, ospita una sezione con tanto di moderna e attrezzatissima cucina e forno per la realizzazione di piatti della tradizione gastronomica, con particolare rilevanza all’uso delle erbe e delle piante del territorio nella cucina popolare.

Particolare rilievo viene dato al rapporto fra l’uomo e la pietra che, da calcarea a basaltica, si differenzia nella natura e nell’arte della sua lavorazione da Canicattini a Buccheri, raccontando così implicitamente la storia geomorfologica di questa parte del Mediterraneo: gli Iblei.

Nella fattispecie Canicattini Bagni, porta orientale dell’altopiano ibleo nei confronti di Siracusa, è considerata la patria dei “murassiccari” e degli “scalpellini” di pietra da taglio calcarea. Questa caratteristica è evidente sia nel territorio mosaicato da muri a secco, sia nel centro abitato, così come nelle masserie e nelle ville che ne costellano il paesaggio.

L’obiettivo del complesso culturale è quello di provocare una “percezione totale” che servirà poi come stimolo per quel “sesto senso”, che per Goethe era “l’affinità elettiva”, e che si può ricreare con la gente del luogo, con la cultura che esprime e con l’ambiente in cui vive.

Per un allestimento più aderente all’obiettivo museografico proposto, è stato necessario ricostruire la percezione fisica e sensitiva dell’ambiente originario di provenienze dell’oggetto, perchè la struttura museale è fruibile anche dai non vedenti.


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