“Il sindaco fa bene a gioire per le assoluzioni e mi associo anche io, perché non gioisco mai sulle pendenze giudiziarie altrui e sono garantista per formazione. Il Tribunale penale ha accertato che non ci sono stati brogli, ipotesi a cui non avevo mai creduto. Dispiace però che il sindaco non abbia sentito il bisogno di confortare gli elettori circa il rispetto della volontà popolare in occasione delle future competizioni elettorali, indicando le soluzioni possibili per evitare il più possibile ritardi, errori e irregolarità. Qualcosa nelle ultime tornate elettorali amministrative non ha funzionato, sia nel 2018 sia nel 2023. Cinque anni fa ci furono grandi ritardi nello scrutinio, mentre nel 2018 furono accertate importanti irregolarità, non penalmente rilevanti, ma le irregolarità ci sono state, come ebbe ad accertare ben due volte il Tar Catania, una su ricorso del compianto Ezechia Paolo Reale, l’altra su ricorso del candidato Carnazzo. Quest’ultimo recuperò nella sezione 82 ben 14 preferenze, mentre gli altri candidati non lo sapranno mai. Per i cittadini elettori del 2018 della sezione 82, la democrazia è stata sospesa a tempo indeterminato“. Sono passati quasi 7 anni dalle elezioni Amministrative del 2018, quella dei “presunti brogli” a seguito della sfida elettorale tra il sindaco Francesco Italia e lo sfidante Ezechia Paolo Reale e a parlare, adesso, è il consigliere comunale di FdI Paolo Cavallaro. Dopo 7 anni, infatti, la vicenda si è conclusa con l’assoluzione di tutti: sentenza di non luogo a procedere emessa dal giudice monocratico Ilenia Anna De Giovanni nei confronti di 10 persone, tra presidenti e segretari di seggi, perché “il fatto non costituisce reato”. A questo si aggiunge anche il non luogo a procedere per sei persone, sempre tra presidenti e segretari di seggi, finiti nell’inchiesta sui presunti brogli elettorali nelle elezioni amministrative a Siracusa del 2018. Il sindaco Francesco Italia ieri ha commentato laconico: “solo confusione per ledere la mia onorabilità”.
“Voglio guardare alla vicenda de iure condendo e con l’occhio del cittadino elettore – aggiunge – Alla fine del primo e secondo grado di giudizio amministrativo è emerso con certezza che diversi verbali erano lacunosi, tanto che il Tar ordinò di rifare le elezioni in 9 sezioni. Il cittadino ha bisogno di vivere il momento elettorale con estrema fiducia e serenità; la vicenda della sezione 82, ad esempio, ha leso la democrazia, sotto lo sguardo indifferente di troppi. Ritengo necessario che il legislatore intervenga prestissimo su diversi aspetti tendenti ad assicurare: una legge elettorale più semplice, lineare; competenza ed esperienza di tutti i componenti dei seggi elettorali e degli eventuali sostituti, scelti con criteri rigorosi, con previsione di adeguate e congrue indennità e obbligo di partecipazione a corsi brevi di formazione; semplificazione delle operazioni di voto; tempi giusti per l’espletamento delle operazioni di scrutinio, da svolgersi fuori e lontano dalle ore notturne e di maggiore stanchezza dei componenti del seggio; maggiori poteri all’Ufficio elettorale centrale in sede di verifica e al TAR, in sede di impugnazione, perché possa sempre consentirsi, a richiesta di un solo candidato o schieramento, la riapertura degli scatoloni contenenti le schede, la verifica delle tabelle di scrutinio e il riconteggio dei voti pubblicamente e alla presenza dei componenti del seggio, in tempi rapidissimi per consentire l’immediato insediamento degli eletti; in ogni caso compiti meno notarili all’Ufficio Centrale per evitare, quando possibile, il ricorso alla Giustizia amministrativa; riforma del sistema delle impugnazioni sulle decisioni elettorali che consenta di giungere rapidamente a sentenze definitive”.
La vicenda giudiziaria è nata dopo la denuncia di Ezechia Paolo Reale, candidato a sindaco del centrodestra e oggi scomparso, sconfitto al ballottaggio dal sindaco in carica, Francesco Italia. Nel dicembre del 2019 il Tar di Catania, a seguito del ricorso di Reale sulle irregolarità nello spoglio, annullò la proclamazione di Italia. I giudici disposero, contestualmente, una mini tornata elettorale in 9 sezioni, ma il Cga ribaltò il pronunciamento del Tar, facendo tornare in carica il sindaco eletto di Siracusa. In merito all’inchiesta giudiziaria, secondo la tesi degli inquirenti non vi sarebbe stata corrispondenza nei verbali riepilogativi delle elezioni ma dall’esame delle tabelle di scrutinio, che non erano state precedentemente esaminate, non sono emerse irregolarità.
“Dobbiamo prendere spunto dalle vicende giudiziarie promosse da Paolo Ezechia Reale per provare a volare alto e migliorare il livello della nostra democrazia e alzare quello di fiducia degli elettori – conclude Cavallaro – Non sta a me indicare le migliori riforme, ma è chiaro a tutti che è urgente intervenire e sono certo che su questi temi possa realizzarsi la massima condivisione tra tutte le forze politiche, a cui rivolgo un accorato appello. Se Paolo non avesse fatto il ricorso non sarebbero emerse le diffuse irregolarità delle operazioni elettorali. Non furono brogli, e personalmente non avevo dubbi, ma le irregolarità ci sono state, i verbali carenti di dati ci sono stati. Per le prossime amministrative dobbiamo tutti pretendere sistemi elettorali semplici, inizio degli scrutini dopo il riposo notturno, componenti di seggio istruiti e competenti. Paolo ci ha lasciato un’importante eredità in difesa della democrazia e questo conta”.
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