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“Non mi candido a sindaco di Siracusa”. E il no di Bufardeci rimescola le carte della politica

"Ribadisco la mia intenzione ma ci tengo a ringraziare tutti coloro i quali hanno pensato che potessi essere un buon candidato"

Titti Bufardeci dice no. Di nuovo e per l’ennesima volta, il suo è un no deciso alla candidatura a sindaco di Siracusa. Il centrodestra in questi mesi ci ha provato, lo ha tirato per la giacchetta, lo ha considerato l’uomo giusto per unire la coalizione e battere l’uscente Francesco Italia. Fino a qualche giorno fa si guardava con fiducia al ritorno di Bufardeci a palazzo Vermexio e le voci di corridoio lo davano come cosa fatta, con qualche dettaglio da limare al massimo. Ma non è così.

“La mia posizione non è mai cambiata, non ho mai modificato il mio pensiero – conferma – Ribadisco la mia intenzione ma ci tengo a ringraziare tutti coloro i quali hanno pensato che potessi essere un buon candidato e la soluzione, ma non è la mia idea. E poi, si avvicinano le scadenze e non voglio che qualcuno si affezioni a ipotesi che non sono le mie. Invito quindi il centrodestra a ricercare altrove le proprie soluzioni”.

Ma altrove, dove? I nomi, gira e rigira, sono sempre gli stessi: Edy Bandiera in quota Forza Italia, Vincenzo Vinciullo in quota Prima l’Italia, Giuseppe Assenza in quota Mpa. Ma tutti e tre non troverebbero il favore unanime, così come un‘eventuale corsa di Stefania Prestigiacomo, che comunque non sembra interessata. Michele Mangiafico con il suo Civico 4 è invece disposto a correre da solo, ma anche a fare un passo indietro in caso di unità. Ci sarebbe anche Giovanni Cafeo, ma la pista – anche per volere dell’ex deputato regionale – sembra piuttosto fredda. I tavoli politici ci sono stati, tutti senza esito.

Il Pd è un’incognita. Amenta e Spada hanno aperto a Italia, ma il resto del partito non si trova d’accordo e c’è chi corteggia l’ex parlamentare Sofia Amoddio, che non ci vuole nemmeno pensare, pur piacendo a molti. Spetterà al commissario provinciale Antonio Nicita fare sintesi e trovare una soluzione entro fine febbraio. O sarà troppo tardi.

Italia, intanto, gongola. Lui sì che ha più volte confermato la ricandidatura con Azione (e altri civici o pezzi di altri partiti) e più gli avversari tergiversano, più consolida la propria posizione. Azione, però, dovrebbe andare senza Italia Viva.

L’ex sindaco Giancarlo Garozzo ha più volte considerato un errore la scelta di puntare sul suo vice e anche lui nel giro di un mese dovrebbe dare in pasto un nome, spendibile, per una compagine di centro. Al momento l’unico realistico che circola è quello dell’ex consigliere è assessore Alfredo Foti, disposto a correre per il ruolo di primo cittadino ma anche a farsi da parte in caso di tentativi di unità attorno a un’altra figura.

Il M5S sembra aver trovato dei compagni di viaggio a sinistra, tra Lealtà condivisione, Verdi, Sinistra italiana, Articolo1, Pci e altri. Nomi – tolto l’ex parlamentare Paolo Ficara, che tende a smentire – non se ne fanno.

Ma anche in questo caso serve allargare coalizione e chiudere su un candidato. Al più presto. Ecco, a mancare, ovunque, è l’identikit del sindaco perfetto.

“Serve uno che dialoghi e ascolti la città – chiosa Bufardeci -. Non ho un identikit ma è necessario un candidato che abbia nel proprio dna il dialogo e il confronto, oltre che un progetto. Deve sapere cosa fare nei prossimi 5 anni, un’idea ben chiara e non lasciarsi trascinare dal quotidiano, non deve essere presuntuoso ma in grado di ascoltare categorie e corpi intermedi”.

Un mese, o poco più. Poi si comincerà a discutere su nomi e progetti. Ma Bufardeci non ci sarà.


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