In tema di usura l’ultimo rapporto presentato il 31 gennaio u.s. dall’Eurispes, l’istituto di studi politici economici e sociali, descrive una situazione assai singolare: la Sicilia sarebbe al 2° posto fra le regioni maggiormente esposte al fenomeno dell’usura.
Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Siracusa sta attualmente impiegando le migliori risorse umane per contrastare questo fenomeno. Questa mattina, militari del Nucleo di Polizia Tributaria e della Compagnia di Siracusa hanno eseguito diverse perquisizioni che hanno interessato le province di Siracusa e Ragusa, sequestrando beni per un valore stimato di oltre 3 milioni di euro e traendo in arresto GENNARO Rosario di 65 anni, residente a Rosolini, personaggio molto noto nella zona sud della provincia aretusea, che dovrà rispondere dei reati di usura ed estorsione. Per gli stessi reati sono state altresì indagate altre cinque persone in concorso.
L’operazione denominata Shylock, dal nome di un personaggio usuraio di un’opera shakespeariana, è stata coordinata e diretta dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa.
L’usura, è bene ricordarlo, è un reato che si realizza quando a fronte di un prestito viene preteso un interesse superiore al cosiddetto “tasso soglia”, che si calcola aumentando del 50% il tasso effettivo globale medio rilevato ogni tre mesi dal Ministero del Tesoro e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Attualmente il tasso soglia varia dal 10% al 25% in considerazione dell’importo richiesto e della categoria dell’operazione (leasing, prestito personale, credito per acquisti rateali, ecc.).
L’arrestato risultava essere un normale pensionato comunale che dichiarava unicamente il reddito da pensione ma movimentava sui suoi conti correnti bancari somme quantificate in svariate centinaia di migliaia di euro.
Ma i militari non si sono fermati alla sola acquisizione delle prove che hanno portato all’arresto. Infatti, parallelamente alle attività di riscontro probatorio, sono stati sviluppati capillari accertamenti patrimoniali nei confronti dell’indagato e di altre persone a lui direttamente collegate, grazie ai quali sono state individuate possidenze mobiliari ed immobiliari del tutto sovradimensionate rispetto ai modesti redditi dichiarati negli anni.
Già indagato in passato per gli stessi reati, il GENNARO è stato subito tradotto nel carcere di Siracusa – Cavadonna e rischia una pena severa, prevedendo la reclusione da due a dieci anni, aumentabili a quindici nei casi più gravi. In caso di condanna è sempre obbligatoria la confisca dei beni che hanno formato oggetto del profitto del reato.
Nell’operazione sono stati sequestrati tre ville, quattro immobili, tre natanti, tre autovetture, più dieci mila euro in contanti, 11 conti correnti bancari, titoli, libretti di deposito e numerosa documentazione bancaria, contabile ed extracontabile.
Vittime dell’usuraio soprattutto titolari di imprese operanti nel settore della rivendite di auto usate che, a causa di contingenti difficoltà economiche connesse alla propria attività, si erano rivolti a ”canali finanziari collaterali” per ottenere anticipi di denaro per fare fronte a debiti verso fornitori.
L’intervento ha portato anche al rinvenimento ed al sequestro di numerose armi, probabilmente utilizzate anche a scopo intimidatorio, sulle quali verranno effettuati gli accertamenti di rito.
Le posizioni dei personaggi che ruotavano intorno all’arrestato sono tuttora al vaglio degli inquirenti e si prevedono ulteriori sviluppi nelle indagini.
E’ importante ricordare che la legge tutela i danneggiati, che hanno sempre diritto alla restituzione del maltolto ed al risarcimento: le iniziative antiracket del “Fondo di solidarietà per le vittime dell’usura“ prevedono anche particolari forme agevolate per l’erogazione di mutui.
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