Mai banale mons. Antonio Staglianò, vescovo emerito di Noto e attuale presidente della Pontificia Accademia di Teologia a Roma. Ospite dell’appuntamento domenicale su Siracusa News, ci ha aggiornati sul cammino della pop-theology, raccontando delle emozioni provate durante il funerale dell’attrice Eleonora Giorgio che lui stesso ha celebrato nella chiesa degli Artisti a Roma per poi lasciarsi andare a qualche risposta sulla sua vecchia (e prima) diocesi, appunto quella di Noto.
“Siamo a buon punto – ha detto riferendosi alla pop-theology – perché se prima si pensava fosse un metodo effimero, adesso invece è un tentativo di far uscire fuori la chiesa dagli episcopi. Attenzione, non è un voler portare i giovani in Chiesa, è un tentativi di stabilire con loro un rapporto visto che si trovano spesso su spotify, sulle piattaforme musicali e ascoltano svariati cantanti. L’ultimo lavoro riguarda Ennio Morricone e Fabrizio De Andrè, uno dava sacralità con le note ai film, trasmettendo attenzioni ed emozioni al cuore. De Andrè lo sappiamo tutti che era agnostico, critica l’idea di Dio è ha ragione: non possiamo fare violenza su nessuno, non possiamo pensare che si possa uccidere nel nome del Signore”.
Capitolo Sanremo, invece, mons. Staglianò ha raccontato di aver avuto una rubrica giornaliera su Famiglia Cristiana. “Non volevo, hanno insistito e scrivevo un fondo ogni giorno. Dobbiamo uscire dalla bolla dell’amore romantico, lo ha detto anche il Papa. E infatti le canzoni di Cristicchi e Brunori Sas raccontano di come le fibre del cuore facciano bene alla vita”, ha detto.
Chiusura sul funerale di Eleonora Giorgi e sulle visite dell’arca di San Corrado negli altri vicariati della diocesi netina. “Bisognava annunciare la speranza cristiana, l’ho vissuta con una complicazione interiore intensa: non era praticante ma ha ripetuto il gesto di Gesù che muore amando qualcuno. San Corrado in visita alle altre città, infine, per me è una idea pastorale feconda e lungimirante. La benedico”.
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