Questa mattina è stato presentato al Teatro Massimo di Siracusa il cartellone di Teatro Civile. Presenti il direttore artistico Orazio Torrisi; la presidente di Unicef Italia prof.ssa Carmela Pace; l’assessore alla Cultura Fabio Granata; il Viceprefetto dr. Alberto Grassia e l’Ispettore Tommaso Bellavia, responsabile dell’Ufficio Relazioni Esterne della Questura di Siracusa che hanno sottolineato l’importanza del teatro con tematiche sociali.
Il teatro è un potente mezzo di educazione che non solo trasmette cultura ma stimola il dialogo e il confronto. Come già annunciato precedentemente, quest’anno il Teatro Massimo Città di Siracusa ha accostato al teatro tradizionale e alla drammaturgia contemporanea, un cartellone particolarmente orientato alla narrazione a sfondo sociale e civile che affronta tematiche di bruciante attualità. Grazie ad un protocollo d’intesa tra il Centro di produzione teatrale Teatro della Città e Unicef Italia, una parte del ricavato della vendita sarà devoluta in beneficenza all’Organizzazione non governativa.
I sei spettacoli proposti sono adatti ad un pubblico eterogeneo che guarda anche ai giovani con il fine di riscoprire o sensibilizzare le nuove generazioni su argomenti che spesso risultano lontani dai loro interessi. Per questo motivo saranno dedicati i matinèe agli istituti secondari di primo e secondo grado. Le sei produzioni rispondono infatti agli obiettivi del Miur, creando un ponte tra scuola e teatro per arricchire la crescita culturale e personale degli studenti; offrire esperienze coinvolgenti e formative; valorizzare il teatro come strumento educativo e multidisciplinare; stimolare l’interesse per l’arte e il pensiero critico e presentare il teatro come luogo di impegno sociale e culturale, dove gli studenti diventano protagonisti.
“Quello che ci circonda – ha dichiarato il direttore artistico Orazio Torrisi – è uno scenario poco rassicurante con guerre fra varie nazioni, paesi e popolazioni. Il teatro ha l’urgenza e la necessità di mettersi al servizio dell’uomo per lanciare messaggi e spunti di riflessione. La necessità è quella di nutrire l’anima di sentimenti buoni e di valori. A soffrire più di tutti di quello che sta accadendo sono proprio i bambini e gli adolescenti. Per questo abbiamo pensato di mettere in piedi un cartellone di Teatro Civile che si rivolga anche ai giovani per scuotere le loro coscienze e contribuire alla nascita di uno spirito critico. È un mondo che va veloce, il nostro, e dobbiamo dare gli strumenti giusti ai ragazzi per fermarsi e riflettere da quale parte stare della Storia. Siamo particolarmente felici e onorati di aver firmato un protocollo d’intesa con Unicef che da sempre è accanto ai bisogni dei bambini e degli adolescenti”.
“Anche da siracusana oltre che da presidente del Comitato Nazionale Unicef – ha dichiarato Carmela Pace – mi fa molto piacere avere accolto, assieme al direttore artistico del Teatro Massimo Città di Siracusa Orazio Torrisi, la proposta del giornalista Carmelo Miduri di cogliere l’occasione della prima rassegna dedicata al Teatro Civile al Massimo di Siracusa, per contribuire a raccogliere fondi che l’Unicef utilizzerà per il sostegno dei bambini che in questo momento sono vittime di tante, troppe guerre, alcune delle quali non sono sufficientemente documentate dai media. Sia nelle guerre conosciute (Ucraina, Gaza) che nelle tante sconosciute sparse per il mondo le prime vittime sono i bambini. E mi sembra una scelta molto etica quella del nostro Teatro, degli autori e della cultura locale, nonché degli spettatori che ci auguriamo siano tanti, che dedicheranno una parte delle entrate alla causa sostenuta da Unicef. “
“Siamo particolarmente grati a Orazio Torrisi – ha dichiarato Fabio Granata, Assessore alla Cultura della Città di Siracusa – per aver voluto arricchire il programma di attività 24/25 del nostro Teatro Massimo con uno speciale cartellone dedicato all’ impegno civile. Il Teatro infatti rappresenta il luogo per eccellenza nel quale si coltiva e si fa crescere, fin dall’ antichità, la partecipazione attiva alla Cittadinanza. Per questo auspico che queste importanti produzioni legate all’impegno civile e legalitario siano accolte con entusiasmo dalla cittadinanza tutta ma in particolare dalle scuole, dall’Università e dalle giovani generazioni. Sarà un contributo formativo importante per i nostri nuovi cittadini”.
Sei i titoli:
Itria (28 novembre alle ore 10 e 29 novembre alle 20), di e con Aurora Miriam Scala ispirato ai “Fatti di Avola” racconta della protesta dei braccianti e della morte di Giuseppe Scibilia il 2 dicembre 1969 attraverso il monologo forte e potente della moglie Itria. Un testo essenziale per non dimenticare i diritti dei lavoratori in un momento storico in cui si ritorna a parlare di gabbie salariali a caporalato.
Se questo è un uomo (29 gennaio alle 10; 30 gennaio alle 19; 31 gennaio alle 20) di Primo Levi, seduta drammatica di e con Daniele Salvo, Melania Giglio, Martino Duane, Simone Ciampi. Cosa significa oggi, 70 anni dopo, affrontare ancora una volta lo sterminio nazista ed interrogarsi sui motivi e sulle ragioni storiche che portarono l’umanità al periodo più buio della sua storia? In periodo di revisionismo, memoria a breve termine, canzonette, fiction televisive, teatro d’intrattenimento, pornografie performative, reality show ed eroi di un giorno, incontrare la voce di Primo Levi, porta a profonde riflessioni sul senso della vita.
La ricetta di Danilo (2 febbraio alle 10 e alle 19), di e con Totò Galati, per la regia di Claudio Zappalà, racconta l’attività sociale di Danilo Dolci e della sua rivoluzione nonviolenta che gli hanno conferito l’appellativo di “Gandhi italiano”.
Libere contro la mafia (5 marzo alle 10 e 6 mar alle 19), di e con Cinzia Caminiti, Barbara Cracchiolo, Simona Gualtieri e Sabrina Tellico. Il testo racconta di 10 donne forti e coraggiose che hanno attraversato la mafia e l’hanno combattuta. Un testo necessario per rinnovare la fiducia alla lotta alla mafia.
La grande menzogna (20 e 21 marzo alle 10 e alle 20) scritto e diretto da Claudio Fava, con David Coco, porta in scena un Paolo Borsellino picaresco, sfrontato, rabbioso, che parla non a manovali mafiosi ma al pubblico dei vivi, quelli dalla corta memoria e quelli che hanno accettato sommessamente le menzogne che si aggirano attorno al depistaggio.
Una storia di emigrazione e Giocavamo a mosca cieca (23 aprile alle 10 e il 24 aprile alle 19) di Carmelo Miduri, Lo spettacolo trae spunto dal racconto di Miduri “I bambini della croce Bianca”, liberamente tratto da una storia vera accaduta a bambini del Tracomatosario di Bivona negli anni Cinquanta e Sessanta.
L’auspicio è che la rassegna possa emozionare e coinvolgere la comunità, le istituzioni e le scuole non solo per la grande qualità degli spettacoli proposti ma anche per le tematiche affrontate che riteniamo assolutamente necessarie e di primario interesse in un percorso di confronto e analisi propedeutico alla formazione di una capacità critica degli accadimenti del nostro tempo per un futuro più consapevole.
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni