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Presunti cori razzisti dagli spalti: la Jonica abbandona il campo, l’Avola: “polverone per nascondere la differenza in campo”

A 5 minuti dalla fine, sul 3 a 0 per i siracusani, il presunto episodio di razzismo con vittima un giocatore locale. I compagni di squadra escono dal campo per solidarietà

È già diventata un caso la partita tra Jonica e Avola di ieri, valevole per la quinta giornata del girone B di Eccellenza. Questo perché a 5 minuti dalla fine e sul 3 a 0 per gli ospiti, la squadra di casa ha abbandonato il rettangolo di gioco per “presunti cori razzisti” rivolti all’attaccante dei messinesi Jairo Alegria.

Un caso su cui adesso bisognerà capire cosa ha scritto l’arbitro sul referto arbitrale, ma su cui le società hanno già preso posizione con un inevitabile effetto catena.

La Jonica su Facebook parla di partita sospesa al 40′ della ripresa, specificando che “a 5′ dal novantesimo il nostro attaccante Jairo Alegria era vittima di ripetuti cori razzisti giunti dal settore ospiti (ripresi dalle forze dell’ordine presenti nel nuovo comunale ) e si rifiutava di continuare a giocare. Insieme a lui abbandonavano il campo i propri compagni di squadra. Per la cronaca gli ospiti erano in vantaggio per 3 a 0”.

Una presa di posizione a cui è seguita quella dell’Avola, prima dalla pagina Fb della società, poi con le parole del tecnico Attilio Sirugo.  “Alla nostra società corre l’ obbligo smentire e precisare le inesattezze pubblicate via Social dalla Società Fc Jonica. La partita, giocata intensamente e condotta 0-3 dai nostri ragazzi, all’ 85’ non è stata sospesa, bensì abbandonata dalla Squadra locale , che riceveva ordini dai vertici societari dopo aver sentito ipotetici insulti razzisti. Semmai fosse successo, ci discostiamo nettamente da tale isolato gesto. Ma usare un tema delicato e complesso come il razzismo per mascherare responsabilità e sconfitta , è un atteggiamento anti sportivo e altrettanto intollerabile. Diffidiamo chiunque proverà a ledere l’ immagine della nostra società e della nostra città, solo allo scopo di alzare un polverone che nasconda la vera differenza vista in campo”.

Ma non è finita. Perché poi in serata la società messinese ha pubblicato un nuovo post dove intende “precisare che il Città di Avola stava vincendo largamente con merito e che non abbiamo nessuna intenzione di speculare sull’esito sportivo. Non abbiamo mai accusato di razzismo né i dirigenti , né i tesserati della compagine aretusea ( ai quali auguriamo le migliori fortune ), né tanto meno i cittadini avolesi verso i quali abbiamo il massimo rispetto e la cui ospitalità non può essere intaccata dal gesto infausto di qualche singolo soggetto”.

“Precisiamo altresì che nel post di fine gara abbiamo solo riportato i fatti come accaduti in campo. Riteniamo ( forse sbagliando, ma e’ la nostra opinione ) che la gara e’ da intendersi sospesa perché il direttore di gara non ha emesso il triplice fischio”, continua il post.  “Sull’argomento  non lasceremo spazio ad ulteriori polemiche intervenendo in maniera pacata come fatto dai nostri tesserati a fine gara. Ci permettiamo col massimo rispetto di invitare tutti gli addetti ai lavori ad abbassare i toni. In questa ottica eviteremo di partecipare a baruffe social e limiteremo il nostro pensiero a questo spazio. da sempre il nostro sodalizio ha fatto della civile convivenza e dalla massima accoglienza la sua ragion d’essere e non intendiamo cambiare linea adesso. In questo senso riteniamo che alcuni improperi “ bellicosi “ proferitici a fine partita con riferimento alla gara di ritorno siano dettati soltanto dall’istinto e non appartengano alle corde di una dirigenza come quella dell’Avola formata da persone per bene, nei confronti dei quali ribadiamo auguriamo ogni bene”.


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