Giovanni Martino dirige da poco più di due mesi la Polizia Stradale di Siracusa. Arriva da Enna, ha 53 anni, è laureato in Giurisprudenza e ha preso il posto di Antonio Capodicasa, oggi a Messina. Ospite ai microfoni di SiracusaNews, il comandante della Polstrada ha deciso di proseguire nel segno della continuità rispetto al suo predecessore.
“Per me è un amico e un comandante molto valido – dice Martino –. Capodicasa lascia una sezione ben organizzata, unita e operativa e riparto da dove ha terminato, dagli stessi uomini e dalle stesse donne che fanno parte della Polizia stradale”. Come lui, anche Martino punta sulla prevenzione e sull’educazione dei giovani al rispetto della strada, continuando anche la repressione, “anche perché – spiega Martino – il problema della guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti è europeo ed è una sfida per tutti”.
E quindi parola d’ordine “prevenzione”. Che serve per evitare quelli che lui non vuole chiamare incidenti – accadono – ma scontri dettati da imprudenza, distrazione, stanchezza, abuso di alcool o stupefacenti. Più generalmente, dal mancato rispetto delle regole. Perché anche se ormai l’uso della cintura è diventato quasi scontato, soprattutto in autostrada, è anche vero che sono ancora troppi a contravvenire a questa norma. E, talvolta, a perdere la vita.
L’attività della Polstrada si concentra poi anche sui controlli dei bus destinati alle gite scolastiche, dei mezzi pesanti che percorrono le arterie autostradali e i cui conducenti devono rispettare le norme legate al riposo. E poi verifiche sui tachigrafi, sul contrasto all’alta velocità e incentivazione dei test antidroga e alcool sulla grande viabilità e nei luoghi maggiormente frequentati dalla movida. E non può mancare il progetto Icaro da portare avanti: “noi puntiamo sui giovani perché sono il futuro, coloro che porteranno poi un giorno le auto in strada ma anche quelli che possono richiamare il papà o la mamma alla guida e che magari non rispettano le regole, quindi già partire dai bambini, dai ragazzi, per far passare loro il messaggio dell’importanza della legalità, del rispetto delle regole comporta inevitabilmente che questi bambini portino il messaggio a casa. Partiamo da loro per arrivare poi a diffondere il messaggio nei confronti di tutti gli altri”.
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