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Primarie Pd, Stefano Bonaccini a Rosolini. “Perdiamo da molti anni, va cambiata la dirigenza”

"Se sei leader lo si vede nel rapporto con il consenso dei territori, non perché te lo indica qualcuno"

“Se a chi è stato al governo del Paese tante volte, pur cambiando i governi, o in segreteria nazionale, pur cambiando i segretari, gli chiediamo per una volta di andare in panchina, io non penso che dobbiamo chiedere scusa”. Cosi Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, durante un incontro a Rosolini in vista delle primarie del Pd. “Con Veltroni eravamo più di 12 milioni di elettori del Pd. L’ultima elezione ne ha fatto perdere un altro milione e siamo scesi a poco più di 5 milioni. Quindi più che mandare via persone è bene che ognuno di noi si dia da fare per convincerne altre a venire“. Bonaccini ha anche detto di voler modificare, in caso di suo successo, le regole di ingaggio legate alle candidature di esponenti di primo piano del Pd. “Se dovessi essere eletto segretario – ha spiegato – non succederà mai più che nessuno del gruppo dirigente non si candidi nei collegi uninominali, cosa che non si era mai vista e che è il primo messaggio drammatico che si dà ai cittadini. Per essere eletti nei comuni, in Regione, persino in Europa, si deve correre mettendoci la faccia e sottoponendosi giustamente al giudizio dei cittadini. Se sei leader lo si vede nel rapporto con il consenso dei territori, non perché te lo indica qualcuno. Se non cambia la legge elettorale, che va riconosciuto è pessima, vi garantisco che la prossima volta in provincia di Siracusa o in Sicilia o in tutta Italia, le candidate del Partito democratico li sceglierete voi con le primarie”.

“Decontribuzione secca del 30% per i nuovi assunti. Se a un imprenditore permetto di avere uno sconto fiscale del 30% per un contratto di assunzione stabile, io son convinto che anche l’imprenditore avrà interesse, vista anche la carenza di capitale umano. E intanto cominciamo a dare una prospettiva a una intera generazione, quella dei nostri figli, che, al di là del titolo di studio, è precaria in questo Paese. È così anche al nord non solo al sud, e noi non ce lo possiamo permettere. Così come, se divento segretario, la prima battaglia popolare che faremo sarà di raccogliere firme, davanti ai luoghi di lavoro, nei mercati, nelle piazze, per introdurre il salario minimo legale. Serve una legge che dica che è vergognoso lavorare a due, tre, quattro euro l’ora, senza alcuna tutela. Non è un Paese civile quello che si comporta così” ha continuato il candidato alla leadership del Pd.


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