Intimidazione al segretario del Psi di Priolo Christian Bosco. Qualcuno, giorni addietro, ha avvelenato alcuni dei cani di sua proprietà. “Un gesto infame e meschino – commenta Bosco – che dimostra ancora una volta il degrado nel quale è sprofondato la nostra comunità. Uccidere i cani della mia famiglia, forse per cercare di intimidirci o per farci fare un passo indietro, è stato un atto che solo persone ignobili potevano compiere”.
L’azione è avvenuta venerdì scorso, 13 gennaio, ed è stata prontamente denunciata alla Polizia di Stato. Gli agenti della Scientifica hanno già effettuato un sopralluogo e prelevato alcuni campioni anche se pare indubbio che i cani, 5 dei 7 di proprietà della famiglia Bosco, siano morti per avvelenamento. “A prima vista – spiega Christian Bosco -, sembra che sia stato usato del veleno per le lumache, visto che le ciotole ne erano piene”.
Sull’accaduto indagano gli agenti del commissariato di Priolo insieme con i colleghi della Digos, che stanno cercando di fare luce sull’accaduto. Al momento non è esclusa alcuna ipotesi: dal racket, visto che la famiglia Bosco possiede un negozio – che già due volte è stato preso di mira –, al movente politico, vista la posizione ricoperta da Christian in città. Né sono esclusi, al momento, motivi personali.
“Il modo in cui si è svolto l’evento dimostra che queste persone ignobili avevano un solo scopo: eliminare tutti i nostri cani, forse per mandarci qualche “messaggio” – ipotizza –. Purtroppo non è la prima volta che subiamo atti di intimidazione: abbiamo avuto le ruote tagliate sia alla moto che all’auto, per due volte il negozio è stato danneggiato, e numerose sono le minacce che abbiamo ricevuto. Ora questa infamità. Se qualcuno pensa che indietreggeremo si sbaglia di grosso: non ci fermeremo”.
Solidarietà alla famiglia Bosco, è stata espressa da Giovanni Palilli, segretario regionale del Psi che, intanto, invita “le forze dell’ordine e la magistratura ad approntare un piano di difesa nei confronti di Sebastiano Bosco e del figlio Christian che da anni a viso scoperto hanno sostenuto una battaglia sacrosanta contro l’illegalità diffusa a Priolo e per salvaguardare la salute dei loro concittadini colpiti da fenomeni tumorali di grave entità“.
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