NO al precariato, NO ai licenziamenti facili, SI’ all’art. 18 e agli ammortizzatori sociali universali, SI’ al rilancio dell’area industriale siracusana, SI’ allo sciopero generale. Sono queste le parole d’ordine emerse nel corso dell’affollata assemblea intercategoriale organizzata Venerdì 4 maggio dalla CGIL di Siracusa alla Mensa Ovest del Petrolchimico e rivolta a tutti i lavoratori del polo petrolchimico.
L’assemblea, presieduta dal responsabile del settore industria della CGIL Roberto Alosi, si è avvalsa del contributo straordinario della Segretaria Nazionale della CGIL, Vera La Monica, oltre che degli interventi del Segretario Generale della CGIL di Siracusa Paolo Zappulla e dei Segretari provinciali dei chimici e dei metalmeccanici rispettivamente Rizzuti e Catinella. Al centro dell’appuntamento le questioni nazionali legate all’accesa discussione sul mercato del lavoro, sulla riforma pensionistica, sulla pressione fiscale e sulle politiche occupazionali ma anche e soprattutto le questioni locali e le condizioni in cui versa l’intera area industriale siracusana sotto il profilo occupazionale e dei mancati investimenti.
Indice puntato contro la politica incapace non soltanto di sbloccare oltre 2 miliardi di investimenti pubblici e privati che attendono di essere utilizzati nel nostro territorio ma anche inessenziale nell’elaborazione di prospettive organiche e razionali di politica economica e sociale in grado di sollecitare sviluppo e crescita del contesto nel rispetto della vocazione industriale. Una inerzia della classe politica locale, regionale e nazionale che conduce per un verso alla morte delle nostre imprese per asfissia, e per l’altro all’insostenibile dramma sociale della perdita del lavoro.
Ce n’è abbastanza per partecipare in massa, anche a Siracusa, allo sciopero generale indetto dalla CGIL per la fine di maggio. L’incontro, infine, è stato anche l’occasione per illustrare ai lavoratori i contenuti dell’Accordo siglato dalle OO.SS. il 21 marzo scorso con la Direzione della raffineria ISAB sulle politiche degli appalti e sulla salvaguardia della manodopera locale.
Un protocollo di intesa strategico, destinato ad essere esteso a tutte le altre grandi committenti dell’area industriale, volto a salvaguardare la dignità del lavoro e dei lavoratori della zona industriale per troppo tempo vittime di una sconsiderata politica degli appalti ispirata al ribasso spinto che tende a scaricare il prezzo della crisi sul costo del lavoro e sui diritti dei lavoratori
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